Non si ferma l’onda lunga del caso Neymar. La Procura dell’Audiencia Nacional, l’alta corte di giustizia spagnola, ha richiesto, per l’asso del Barcellona, 2 anni di reclusione e 10 milioni di euro di ammenda, nell’ambito del processo per frode e corruzione istituito dopo il suo controverso trasferimento in Spagna dal club brasiliano del Santos, avvenuto nell’estate 2013. Secondo quanto riportato dal quotidiano iberico El Mundo, una richiesta di condanna, pari a 5 anni, sarebbe stata indirizzata anche nei confronti dell’ex presidente blaugrana, Sandro Rosell, e una di 3 per l’allora numero uno del Santos, Olindo Rodrigues.
Il procuratore José Perals, nell’ambito della sua requisitoria, ha peraltro richiesto una multa di 8,4 milioni di euro per il club spagnolo e 7 per quello brasiliano, chiedendo invece l’archiviazione, per insufficienza di prove, per l’attuale presidente del Barcellona, Josep Maria Bartomeu, per il quale erano stati richiesti 8 anni di reclusione. Addirittura ridimensionate le pene rispetto a quelle contenute nell’atto d’accusa avanzato dalla Dis (5 anni per Neymar), il fondo d’investimento possessore, all’epoca dei fatti, del 40% del cartellino del calciatore. Nel mirino della Procura, anche i genitori dell’attaccante blaugrana: chiesti 2 anni per il padre e 1 per la madre, oltre a una multa di 10 milioni ciascuno e di 1,7 per l’azienda familiare, la N&N. La Dis, inoltre, avrebbe avanzato una richiesta di risarcimento tra i 160 e i 190 milioni di euro, per i danni causati dalla cessione del giocatore.
L’avvio delle indagini risale al gennaio 2014, quando il pubblico ministero di Madrid riscontrò alcune discordanze nei documenti riguardanti la cessione delle prestazioni sportive del calciatore, in particolare nelle cifre versate ai genitori. Una successiva fase di stallo, coincisa con l’archiviazione del caso a luglio, era stata interrotta nel settembre scorso, quando la Dis chiese la riapertura del processo, lamentando un presunto accordo tra i due club per nascondere il reale valore del calciatore, al fine di non versare al fondo quanto dovuto. Un mese dopo, il 7 ottobre, la Procura di Madrid ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti degli interessati, procedendo, in seguito, a rendere note le pene richieste dall’accusa nell’ambito del procedimento giudiziario.