Sono centinaia i pensionati che si sono riuniti davanti alla sede del Ministero del Lavoro ad Atene per protestare contro i nuovi tagli decisi dal governo di Alexis Tsipras. In particolare, riferisce GreekReporter.com, i dimostranti hanno criticato la riduzione delle pensioni supplementari, scattata venerdì scorso per circa 150.000 pensionati, che in alcuni casi hanno visto dimezzato l’assegno mensile. Inoltre, solo pochi giorni prima, circa 67.000 pensioni primarie erano state tagliate e nuove misure sono attese per il mese di ottobre.
Dall’inizio della crisi, i lavoratori dipendenti e i pensionati greci hanno visto i loro redditi pesantemente tagliati a più riprese. Dimos Koumbouris, segretario della federazione dei pensionati statali, ha chiesto che i soldi versati dai pensionati, e che ora vengono loro tolti, siano restituiti. Una delegazione è stata ricevuta dal ministro del Lavoro Giorgos Katrougalos, e al termine dell’incontro i delegati hanno riferito che il ministro ha semplicemente risposto: “Sto solo applicando la legge”.
La raffica di tagli alle pensioni è stata approvata di tutta fretta dal parlamento greco lo scorso 5 maggio 2016. La discussione, prevista per un intero week end, è durata solo 48 ore. La Vouli, il parlamento greco, doveva far approvare il pacchetto di riforme – in cui era contenuto anche quello delle pensioni – prima della riunione dell’Eurogruppo dello scorso 6 maggio. In quella sessione infatti, i ministri dei Paesi membri dell’Unione europea avrebbero passato al vaglio le misure messe in campo dal governo di Atene, necessarie perché fosse mantenuto il piano di aiuti per evitare il default del Paese.
I pensionati greci (27% della popolazione del paese) hanno già visto le loro pensioni diminuire dal 30 al 50% nel corso degli ultimi sei anni. La pensione media in Grecia, prima della realizzazione di questa terza riforma, ammontava a 882 euro, in un paese in cui il costo della vita, a parte la casa, è paragonabile a quello dei paesi europei più sviluppati.