Quella dei matrimoni precoci in Nepal è una piaga che continua a danneggiare la crescita e lo sviluppo delle bambine, costrette a unirsi in matrimonio con uomini molto più anziani in giovanissima età, costrette a rinunciare a un’infanzia serena e a una istruzione di base.
Sono poche le azioni governative per eradicare questa usanza o, almeno, limitarne i danni. Il fenomeno, in realtà, è illegale nel Paese dal 1963, ma l’organizzazione Human Rights Watch sottolinea come il 37% delle giovani che contraggono matrimonio abbia meno di 18 anni di età, mentre il 10% si sposa prima di aver compiuto 15 anni. Sempre secondo l’Ong, si stima che l’11% dei maschi si sposi prima di aver compiuto 18 anni, nonostante i limiti di età imposti dalla legislazione nepalese che stabilisce 20 anni come età minima per contrarre matrimonio.
Il Nepal, d’altronde, si trova al terzo posto in Asia per i matrimoni precoci, che spesso rappresentano l’unica opportunità per la sopravvivenza delle famiglie. Tra i fattori principali che causano il fenomeno, infatti, troviamo povertà, mancanza di accesso all’istruzione, lavoro minorile e pressioni sociali.
Nel 2014 il governo del Nepal si era impegnato ad avviare un piano nazionale per l’eradicazione del fenomeno entro il 2020, ma l’obiettivo è stato spostato al 2030, a causa della mancanza di azioni concrete. Human Rights watch, inoltre, ha denunciato la mancanza di strategie concrete per un piano governativo che assicuri il benessere delle bambine in Nepal. Attualmente il governo nepalese sta lavorando, insieme all’Onu, a una Strategia Nazionale per Eradicare il Matrimonio Infantile, come parte del Piano di Azione Nazionale del Paese.