Sembra ormai arrestata l’avanzata dell’Isis in Siria: ieri i militanti jihadisti hanno dovuto abbandonare la roccaforte strategica di Manbij a una coalizione curdo-araba sostenuta dagli Usa. Inoltre, i quasi 2 mila civili presi in ostaggio dal Califfato sono stati liberati in serata dai stessi jihadisti, che li hanno usati come scudi umani per proteggersi dai bombardamenti nella ritirata.
Le cosiddette Forze democratiche siriane hanno confermato di avere lanciato l’assalto finale al quartiere di Sarb, nel nord di Manbij, l’ultimo bastione finora in mano all’Isis. Manbij, infatti, si trova sulla principale via di rifornimento dal confine turco verso Raqqa, la roccaforte dello Stato islamico in Siria. Per conquistarla le Sdf hanno impiegato ben due mesi e mezzo e con il prezioso appoggio dei bombardamenti aerei della Coalizione internazionale a guida americana.
Secondo fonti curde, gli uomini del Califfato si stanno ritirando a nord verso Jarablus. Shervan Derwish, un portavoce delle Sdf, ha detto che i miliziani anti-Isis stanno facendo “ogni sforzo per strappare i civili dalle mani di quello che resta dei jihadisti dell’Isis”. Il portavoce Derwish ha inoltre dichiarato che gli ostaggi sono stati liberati.
Per quanto riguarda la situazione ad Aleppo, nonostante la tregua quotidiana di tre ore annunciata dalla Russia, i civili continuano a morire: almeno 18 persone, infatti, sono stati uccise in raid aerei che hanno preso di mira una cittadina a nord della metropoli e in cui ancora una volta è stato colpito un ospedale. In città, invece, proseguono i combattimenti e in particolare nei settori sud e sud-ovest, nell’area di Ramuseh.