Il programma di acquisto di asset (il quantitative easing, ndr) ha ancora uno spazio considerevole”. Parole di Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, presente al simposio delle banche centrali a Sintra in Portogallo. E ancora: “In assenza di un miglioramento, al punto che sia minacciato il ritorno di un'inflazione sostenibile ai livelli desiderati, sarà necessario un ulteriore stimolo”. Dunque il numero uno dell'Eurotower ha ipotizzato il taglio dei tassi di interesse. “Ulteriori tagli dei tassi e misure per mitigare eventuali effetti collaterali – ha aggiunto Draghi – continuano a far parte degli strumenti a nostra disposizione”. Quindi il tema della flessibilità rimane centrale per i Paesi aderenti all'euro. Flessibilità che “vale per tutti gli strumenti della nostra politica monetaria“.
Gli Stati con un elevato debito pubblico
Nel suo intervento ha parlato anche dei Paesi con un elevato debito pubblico, questi hanno il compito di ottenere “la fiducia degli investitori ricreando lo spazio fiscale attraverso riforme e investimenti pubblici e rispettando il quadro fiscale europeo”. Il presidente della Banca centrale europea ha sottolineato come “negli ultimi 10 anni, il peso dell'adeguamento macroeconomico è gravato in modo sproporzionato sulle politiche monetarie”.
La polemica innescata da Donald Trump
L'intervento di Mario Draghi non è affatto piaciuto nell'altra sponda dell'Atlantico, dove il presidente degli Stati Uniti Donald Trump su Twitter ha attaccato: “I mercati europei sono cresciuti dopo i commenti (non equi per gli Stati Uniti) di Mario D”. Il titola della Casa Bianca ha sostenuto che con l'abbassamento del valore dell'euro, l'Europa competerà in maniera ingiusta con gli Stati Uniti. Infine ha concluso che la Bce “vede il taglio dei tassi come strumento primario per qualsiasi nuovo stimolo” .