Annullata l’espulsione dal Pd dell’ex parlamentare Luigi Lusi coinvolto nello scandalo giudiziario dei fondi della Margheriti, di cui fu tesoriere. Il giudice del tribunale di Roma ha spiegato che il partito dovrà versare all’ex senatore la metà delle spese legali sostenute. La decisione arriva dal magistrato Stefano Cardinali che analizzato la vicenda di Lusi, condannato in primo grado a 8 anni di carcere con l’aggiunta di una condanna dalla Corte dei Conti per danno erariale stimato in 22,8 milioni di euro.
L’errore procedurale risale al 6 febbraio quando i garanti del Pd a pochi giorni dall’esplosione dello scandalo decisero di allontanare il parlamentare della Mergherita. Proprio su questo passaggio interviene il giudice spiegando che “il provvedimento deve considerarsi illegittimo per non essere stato preceduto da alcuna contestazione in ordine agli addebiti sui quali l’irrogazione della sanzione si fondava. Premesso che deve ritenersi necessaria la preventiva contestazione degli addebiti all’interessato”.
Per l’ex tesoriere non ci fu modo di replicare e per questo motivo Cardinali precisa che “non può non rilevarsi che il Pd, nonostante ne avesse l’onere, non ha fornito alcuna prova di aver comunicato a Lusi l’intenzione di adottare il provvedimento di esclusione e gli addebiti posti a fondamento di tale volontà. Ne discende che l’esclusione dal partito, comminata senza la preventiva contestazione degli addebiti e senza consentire all’interessato alcuna possibilità di interloquire al riguardo deve considerarsi in contrasto con i principi costituzionali che tutelano la libertà di associazione e il metodo democratico cui devono ispirarsi le associazioni partitiche che concorrono a determinare la politica nazionale”.