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Luna, ricostruito il gigantesco impatto all’origine del Mare Orientale

Svelato il mistero dell’origine del Mare Orientale della Luna, il grande bacino da impatto fatto di cerchi concentrici, facilmente riconoscibile per la sua forma a “bersaglio”. Il mare lunare si estende in parte sul lato visibile della Luna e in parte su quello nascosto; per tale motivo, data la sua posizione, non è di facile osservazione dalla Terra.

Secondo due distinti studi, coordinati da Maria Zuber del Massachusetts Institute of Technology (Mit) e da Brandon Johnson della Brown University, il bersaglio si sarebbe formato circa 3,8 miliardi di anni fa a causa di un forte impatto di un corpo celeste con un diametro 64 chilometri che viaggiava alla velocità di 15 chilometri al secondo.

Il bacino Orientale – uno dei più grandi e meglio conservati crateri della Luna – si trova sul bordo sud occidentale ed è caratterizzato da tre anelli concentrici di roccia, il più esterno dei quali ha un diametro di circa 930 chilometri. Gli astronomi si chiedevano da tempo in che modo si fossero formati i tre anelli. Ora la soluzione del mistero e’ stata resa possibile grazie ai dati rilevati dalla missione Grail (Gravity Recovery and Interior Laboratory) della Nasa. Composta da 2 sonde gemelle, la missione Grail ha l’obiettivo di misurare il campo gravitazionale e le strutture del sottosuolo lunare grazie all’utilizzo di strumenti a raggi X.

I dati della missione sono stati usati anche per mettere a punto una simulazione sulla formazione del cratere. Secondo i risultati ottenuti, a seguito dell’impatto con il corpo celeste, sulla superficie lunare si è formato inizialmente un cratere a forma di scodella, profondo circa 180 chilometri. Ma la cavità era instabile ed è subito collassata su se stessa. Appena il cratere iniziale è crollato, le fratture nelle rocce hanno permesso al materiale fluido del sottosuolo di scorrere verso l’interno; Ciò ha determinato una sequenza di crolli nelle rocce che hanno formato i due anelli esterni del mare Orientale.

L’anello più interno si è formato in modo diverso. Dopo l’impatto, la crosta nella parte centrale del cratere è rimbalzata verso l’alto, formando un cumulo di materiale. Ma questo era troppo alto e instabile, così è precipitato e i detriti si sono depositati in modo circolare. Pubblicato sulla rivista Science, il risultato degli studi potrebbe aiutare a comprendere come i violenti impatti di asteroidi e comete avvenuti in passato abbiano influenzato l’evoluzione della Luna, di Marte e della Terra.

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