Pronostici rispettati, almeno stando alle prime proiezioni poco dopo la chiusura delle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali in Francia. Emmanuel Macron e Marine Le Pen dovrebbero essere i due che si giocheranno l’Eliseo al ballottaggio il prossimo 7 maggio. Il candidato centrista di ‘En marche!‘ avrebbe ottenuto il 23,7% dei voti, la leader del Front National è accreditata del 21,7%, stando al rilevamento diffuso da Ipsos. Subito dietro il candidato della destra repubblicana, Francois Fillon e quello della sinistra radicale, Jean Luc Melenchon appaiati al 19,5%. Solo il 6,5% per il candidato socialista, Benoit Hamon. Secondo Le Figaro, principale quotidiano francese, Macron e Le Pen sono appaiati al 23%. Entusiasmo ai quartier generali dei due candidati che al momento si trovano in testa mentre masticano amaro i socialisti e la destra repubblicana che per la prima volta si trovano entrambi esclusi dal ballottaggio. Dal conteggio parziale dei dati reali di scrutinio forniti dal Ministero, Marine Le Pen risulta prima, quando e’ stato completato lo scrutinio del 97% dei comuni. Ma secondo l’analisi di YouTrend, poiché nel 3% mancante ci sono i comuni di dimensioni maggiori (a cominciare da Parigi), un confronto con la distribuzione del voto (citta’/zone rurali) del 2012 suggerisce che sarà Macron a finire in testa al primo turno. Infine, considerando solo i dipartimenti in cui lo scrutinio è concluso (41 su 107) Macron è primo con il 23,7%, Le Pen seconda col 21,1%.
Macron: “Si volta pagina”
“Oggi si volta una pagina storica nella vita politica della Francia” ha detto a caldo Emmanuel Macron dopo la diffusione delle prime proiezioni che indicano la vittoria dell leader di ‘En Marche!’ al primo turno delle presidenziali. “I francesi hanno espresso il loro desiderio di rinnovamento. La nostra logica è ormai quella del movimento che continueremo fino alle legislative”.
I socialisti con l’ex ministro
E a favore dell’ex ministro dell’economia, per il quale aveva espresso parole di stima anche il presidente uscente Hollande, si sono subito schierati il premier Cazeneuve e il commissario europeo agli affari economici Moscovici che ha twittato: “Macron adesso porta i colori di tutti i democratici e degli europeisti. Non deve mancargli nessun voto, avrà il mio”. Anche il principale sconfitto di questa tornata elettorale, il socialista Hamon, crollato intorno al 7%, ha immediatamente lanciato il suo endorsement per il centrista Emmanuel Macron, dopo i primi exit poll che mandano al ballottaggio il candidato di centro e la candidata di estrema destra Marine Le Pen. “Dovete tutti votare per Macron – ha esortato Hamon – anche se non è di sinistra. Ho fallito nell’evitare il disastro che si annunciava da anni, me ne assumo la responsabilità senza nascondermi – ha aggiunto dal suo quartier generale a Parigi – L’eliminazione della gauche a vantaggio dell’estrema destra è una pesante sconfitta elettorale, ma anche una sconfitta morale. La gauche deve ascoltare il vostro messaggio, basta con questa follia autodistruttiva, sono fiero della campagna che ho condotto. La sinistra non è morta“.
L’esultanza di Marine Le Pen…
“Un risultato storico” ha detto Marine Le Pen, commentando le proiezioni che indicano la leader del Front National al ballottaggio per le elezioni presidenziali in Francia. “Esprimo gratitudine a tutti gli elettori, chiedo ai patrioti francesi di votarmi” ha detto parlando ai suoi sostenitori riuniti nel feudo elettorale del Fron National di Henin-Beaumont, nel nord del paese. Quindi ha ribadito che “la grande sfida di queste elezioni è la globalizzazione selvaggia”. Il passaggio al secondo turno “è il primo passo affinché i francesi possano arrivare all’Eliseo. Il sistema ha cercato in tutti i modi, anche i più contestabili, di soffocare questo grande dibattito politico. Adesso questo dibattito finalmente si farà. Sì, sono io la candidata del popolo” ha detto. “Lancio un appello a tutti i patrioti sinceri: qualunque siano le loro origini, il loro percorso e il loro voto al primo turno, a unirsi a me, senza pregiudizi né risentimenti. Perché è in gioco la sopravvivenza della Francia”. Quindi la leader frontista ha chiuso citando il generale De Gaulle: “La grandezza di un popolo non risiede che in questo popolo”.
…e quella della nipote Marion
“Una grande vittoria per tutti i patrioti“. Così Marion Le Pen, nipote della candidata dell’estrema destra, Marine, ha commentato l’approdo della zia al ballottaggio delle presidenziali francesi contro il centrista Emmanuel Macron. “E’ una grande vittoria ideologica”, ha rimarcato la nipote della leader del Fronte Nazionale, sottolineando come un candidato “sovranista“, il nonno Jean Marie, non arrivava al ballottaggio delle presidenziali francesi da 15 anni.
Fillon ammette la sconfitta
Il candidato della destra repubblicana, Fillon, ha ammesso la sconfitta e ha invitato a votare per Macron al ballottaggio: “L’astensione non mi appartiene, soprattutto quando un partito estremista si avvicina al potere. La vittoria di Le Pen porterebbe il nostro paese al fallimento. Voterò per Macron e vi invito a fare lo stesso” ha detto parlando ai suoi sostenitori. “Troppo numerosi erano gli ostacoli sul mio cammino, ma questa è prima di tutto la mia sconfitta, di cui mi prendo la responsabilità. Ma prima o poi si scriverà la verità su queste elezioni” ha aggiunto polemicamente riferendosi al caso “PenelopeGate” che ha azzoppato la sua candidatura.
L’affluenza
L’affluenza e’ stata in linea con il voto del 2012. Una stima dell’istituto Elabe per la Bfmtv parla di un dato finale intorno all’80%, in linea con il dato 2012 (79,5%). Il dato dell’affluenza dunque, sembra essere decisamente positivo e in numerose località del paese si sono registrate nel pomeriggio lunghe file ai seggi. Dato positivo: il voto si è svolto regolarmente, con i seggi blindati dalle forze dell’ordine.
Incidenti in serata
Gli 007 avevano avvertito della possibilità di scontri in caso di successo di Marine Le Pen e puntualmente si sono verificati a Parigi. In piazza della Bastiglia circa 300 persone, molte con il volto coperto, sono scese in strada nella capitale francese in serata per protestare contro la vittoria della candidata del Front National. I manifestanti, secondo quanto emerge da immagini e filmati, hanno lanciato oggetti, sassi e bottiglie contro le forze dell’ordine che hanno effettuato diverse cariche. Secondo la Prefettura, tre persone sono state arrestate.
Il ritratto del candidato centrista
Emmanuel Macron, leader di ‘En marche!’, ha meno 39 anni, si candida per la prima volta all’Eliseo, ed è la vera e assoluta novità di queste presidenziali. Guida un movimento nato poco più di un anno fa che non ha alcuna alcuna presenza strutturata sul territorio né riferimenti ideologici forti. Europeismo e anti-populismo sono le cifre del suo discorso pubblico, accompagnate da una serie di proposte che vanno dall’aumento della spesa sociale alla sicurezza e che sembrano voler accontentare tutto lo spettro moderato dell’elettorato francese, di destra e di sinistra. Uno studio esclusivo pubblicato dal Nouvelle Observateur traccia un identikit delle aree di provenienza dell’elettorato potenziale di Macron, dal quale emerge che la gran parte dei consensi arrivano da chi aveva votato per Francois Hollande, circa il 40%. Ma si scopre anche che una buona fetta, il 20%, alle scorse presidenziali aveva votato per Nicolas Sarkozy. Il 15% circa, e questo è più comprensibile, proviene dal bacino elettorale di Francois Bayrou, il centrista che ha già concesso a Macron il suo endorsement. Mentre addirittura un 3% arriverebbe dall’elettorato di Marine Le Pen e il 2% da quello di Melenchon. La volatilità dell’elettorato di Macron è il punto di forza ma anche di debolezza del candidato di ‘En marche!’. Anzi, gran parte degli osservatori considerano da sempre l’ambiguità dei suoi programmi come un limite. Sempre secondo l’Observateur, a votare per Macron è la fascia di elettorato francese più istruita e più ricca. E anche l’Europa non nasconde la sua simpatia per il candidato centrista, l’unico a volere far restare la Francia nell’Unione senza condizioni.
La “pasionaria” della destra sovranista
Antieuropeismo, sovranismo, lotta all’immigrazione, sicurezza sono le parole d’ordine del Front National da molto prima che diventassero di moda. Marine Le Pen sta solo raccogliendo i frutti, approfittando dello spirito dei tempi, di una battaglia iniziata dal padre almeno 25 anni fa con toni decisamente xenofobi e in posizione di assoluta minoranza. E quindici anni dopo il padre Jean-Marie, che nel 2002 arrivò al ballottaggio con Jacques Chirac per uscirne sonoramente sconfitto, arriva al secondo turno per le presidenziali francesi. Lo ‘sdoganamento’ attivo di buona parte del lessico e della sostanza delle proposte dell’ultradestra francese, che alcuni studiosi attribuiscono alla crescita della cosiddetta “fasciosfera”, è ormai una realtà consolidata. Votare Front National in Francia non costituisce più una macchia di cui vergognarsi. L’elettorato della leader del Fn non è stato minimamente scalfito dalle inchieste giudiziarie che hanno lambito il suo entourage per i presunti impieghi fittizi e pagati con soldi pubblici all’Europarlamento di Strasburgo. Al contrario, l’attacco della magistratura è stato letto in chiave politica, come un tentativo delle élite dominanti di fermare l’arrivo del Front National nella stanza dei bottoni. La magistratura francese ha intanto chiesto al Parlamento europeo di decidere per la revoca dell’immunità nei confronti della Le Pen.
Verso l’Eliseo
Marine Le Pen canta vittoria ma la sua corsa verso l’Eliseo sembra tutta in salita e rischia di ripetere il risultato del padre contro Chirac. E’ ormai chiaro che tutti i partiti sconfitti al primo turno faranno fronte comune per sostenere Macron e impedire che la destra conquisti la presidenza. Secondo un sondaggio Ipsos/sopra Steria realizzato in serata per France Info, il ballottaggio del 7 maggio vedrebbe un trionfo del leader di En Marche! con il 68% contro il 32% di Le Pen.