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Malattie reumatologiche, sport e alimentazione per fare prevenzione

In Italia, oltre cinque di persone, sono afflitte da una forma più o meno grave di queste malattie

La cosiddetta “prevenzione primaria”, ovvero mantenere corretti stili di vita, come ad esempio la pratica attività sportiva e la riduzione della sedentarietà, può aiutare a evitare o ritardare lo sviluppo delle malattie reumatologiche.

L’importanza della prevenzione

Dieta sana, sport, controllo dell’igiene orale e delle infezioni, no al fumo e all’alcol: è questa la ricetta per prevenire le malattie reumatologiche che colpiscono cinque milioni di italiani e per ridurne il forte impatto sul Sistema Paese. In Italia, infatti, i costi per farmaci, ricoveri ospedalieri, riabilitazioni, perdita di produttività e pensionamenti anticipati ammontano ad oltre quattro miliardi di euro l’anno. È quanto si legge nel documento La Prevenzione in Reumatologia redatto e promosso dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR) e presentato in occasione del 61° Congresso Nazionale della Società Scientifica a Rimini. “Oltre 5 milioni di persone in Italia sono afflitte da una forma più o meno grave di malattia reumatologica – sottolinea Giandomenico Sebastiani, Presidente Nazionale SIR -. L’osteoporosi colpisce più di 3,5 milioni di donne e nel 2022 ha causato oltre 89mila ospedalizzazioni per fratture del collo del femore tra gli anziani. Vi sono poi i casi più severi e disabilitanti di malattia reumatologica che ammontano a oltre 734mila.

I fattori di rischio

Oltre alla componente genetica delle malattie, esistono dei fattori di rischio individuali modificali sui quali intervenire, dal fumo, a una dieta troppo ricca di grassi animali, la tendenza alla sedentarietà, l’eccesso di peso, il sovraccarico articolare e alcune infezioni. Per esempio, una scarsa igiene orale è collegata all’artrite reumatoide e potrebbe favorire anche il lupus eritematoso sistemico o la sindrome di Sjogren. Ciò è dovuto ad alcuni batteri in grado di colonizzare la mucosa orale e le gengive e incentivare la produzione di autoanticorpi”. “Gli stili di vita sani influiscono anche sul benessere dell’apparato muscolo-scheletrico – prosegue Andrea Doria, Presidente Eletto SIR -. Il fumo è il fattore ambientale più strettamente associato allo sviluppo di malattie reumatologiche immunomediate. Le sigarette influiscono su alcuni enzimi coinvolti nella patogenesi dell’artrite reumatoide e aumentano del 50% il rischio di lupus eritematoso sistemico. Sta emergendo il ruolo che il fumo può avere nelle miopatie infiammatorie idiopatiche o nella malattia di Sjögren.

La valenza dello sport

Avere un peso sano può aiutare a ridurre l’infiammazione. Lo sport poi favorisce la mobilità articolare, incrementa la massa muscolare, migliora la funzione immunitaria e riduce lo stress, riducendo il rischio o ritardando l’insorgenza di alcune malattie. Per questo come reumatologi lo consigliamo a tutti”.

Fonte: Ansa

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