“La Giordania ha bombardato Mosul uccidendo 55 membri dell’Isis”. Il messaggio è stato pubblicato sull’account Twitter vicini ai Peshmerga curdi. Altre fonti invece riferiscono che sarebbero 37 le vittime del raid nella località a ovest della città. La vendetta della Giordania non ha tardato a manifestarsi, la brutale esecuzione del pilota ha scatenato l’ira del Re Abdallah II che non ha mancato di rispondere con le armi.
Nell’attentato è stato colpito anche uno dei leader degli estremisti islamici, Abu-Obida AL-Tunisian. Un portavoce del governo di Amman, Mohammad al-Momani, aveva riferito che la Giordania avrebbe “intensificato gli sforzi per fermare l’estremismo, per indebolire ed eventualmente finire l’Isis”. E’ la legge del taglione che oggi più che mai torna ad avvelenare le relazioni mondiali così dopo la diffusione del video in cui l’Isil mostra arso vivo in gabbia il militare giordano, Amman dichiara guerra.
“Siamo tutti con il nostro pilota”, dice un uomo “vendicheremo tutti i musulmani uccisi da Isil. Dicono di essere musulmani, ma sono lontanissimi dall’Islam”. Un altro cittadino esprime le sue prime impressioni dopo gli ultimi attacchi: “Soffro non solo per ciò che è accaduto al nostro pilota, ma per le violenze nella regione, per i morti uccisi da questo gruppo terrorista”. Tra le strade del Paese la popolazione si sente stringere in unico sentimento, quello della rabbia e della tristezza perché impotenti di fronte a tanta violenza.