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Papa: “Anche io figlio di migranti in cerca di un futuro migliore”

Papa Francesco ha scritto una lettera ai migranti tenuti nella Stazione di Accoglienza di Lajas Blancas, a Panama, dopo essere sopravvissuti alla foresta del Darién nel tentativo di arrivare negli Usa

Pubblichiamo di seguito la Lettera che il Santo Padre Francesco ha inviato a un gruppo di migranti riuniti nella Stazione di Accoglienza Temporanea per la Migrazione (ETRM) di Lajas Blancas, a Panama.

L’Ertm è il centro che accoglie i migranti provenienti da varie Nazioni dell’America Latina che sono sopravvissuti alla foresta del Darién, la giungla al confine tra Colombia e Panamà, divenuta percorso chiave per chi è diretto in Usa dal Sud America attraverso l’America Centrale e il Messico.

La lettera del Santo Padre

Queridos migrantes: Quisiera estar ahora acompañándoles personalmente. Yo también soy hij de migrantes que salieron en búsqueda de un mejor porvenir. Hubo momentos en que ellos se quedaron sin nada, hasta pasar hambre; con las manos vacías, pero el corazón lleno de esperanza.
Agradezco a mis hermanos obispos y agentes de pastoral que me representan ante ustedes. Ellos son el rostro de una Iglesia madre que marcha con sus hijos e hijas, en los que descubre el rostro de Cristo y, como la Verónica, con cariño, brinda alivio y esperanza en el viacrucis de la migración. Gracias por comprometerse con nuestros hermanos y hermanas migrantes que representan la carne sufriente de Cristo, cuando se ven forzados a abandonar su tierra, a enfrentarse a los riesgos y a las tribulaciones de un camino duro, al no encontrar otra salida.
Hermanos y hermanas migrantes, no se olviden nunca de su dignidad humana. No tengan miedo de mirar a los demás a los ojos porque no son un descarte, sino que también forman parte de la familia humana y de la familia de los hijos de Dios. Y gracias por estar ahí. Que Jesús los bendiga y la Virgen Santa los cuide. Y por favor, no se olviden de rezar por mí.

La traduzione

“Cari migranti. Vorrei essere con voi personalmente in questo momento. Anch’io sono figlio di migranti che cercavano un futuro migliore. Ci sono stati momenti in cui si trovavano senza nulla, persino affamati; con le mani vuote, ma il cuore pieno di speranza. Ringrazio i miei fratelli vescovi e gli operatori pastorali che mi rappresentano davanti a voi. Sono il volto di una Chiesa madre che cammina con i suoi figli e figlie, in cui riconosce il volto di Cristo e, come Veronica, con affetto, offre sollievo e speranza nel viaggio della migrazione. Grazie per il vostro impegno verso i nostri fratelli e sorelle migranti, che rappresentano la carne sofferente di Cristo quando sono costretti a lasciare la loro terra, affrontando rischi e tribolazioni su un cammino difficile, senza alternative. Fratelli e sorelle migranti, non dimenticate mai la vostra dignità umana. Non abbiate paura di guardare negli occhi gli altri perché non siete scarti, ma fate parte della famiglia umana e della famiglia dei figli di Dio. E grazie per essere lì. Che Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi protegga. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me”.

(Traduzione: Interris.it)

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