“Nei momenti bui della storia di numerosi Paesi dell’Europa centro-orientale sono state le famiglie a mantenere viva la libertà della persona, le varie identità nazionali, il loro ricco patrimonio culturale e spirituale. Sono state le famiglie cristiane a mantenere viva la fede in Dio e la speranza in un futuro migliore”. E’ quanto affermato dai vescovi cattolici orientali che si sono incontrati a Praga dal 4 al 7 giugno. Una nota, diffusa oggi, ha comunicato i temi affrontati durante il meeting che ha visto la partecipazione di 40 presuli. Nella famiglia, “cellula fondamentale della società umana”, ogni persona “diventa sempre più se stessa, non solo come luogo di crescita culturale e intellettuale, di crescita emotiva e sociale, ma soprattutto come luogo dove si compie il disegno di Dio su ogni uomo”.
Essa, inoltre, “laboratorio e palestra di umanità”, è il “luogo dove avviene la trasmissione della fede” e nella quale “si imparano anche i principi fondamentali del vivere insieme. In essa ciascuno è chiamato a darsi e ad accogliere l’altro, crescendo nell’amore vicendevole. Mariti e mogli, padri e figli, fratelli e sorelle sono chiamati ad amarsi: tutti nella famiglia hanno un loro ruolo unico e importante”. I vescovi hanno anche rivolto un appello ai Governi, affinché, “in tempi di grande vulnerabilità e di grande crisi morale, economica e sociale”, “diventino sempre più consci dell’importante ruolo di coesione sociale ed educativo della famiglia allorché legiferano su di essa, sul lavoro e sulle migrazioni”. Un messaggio di solidarietà è stato rivolto “al popolo di Ucraina, soprattutto ai greco cattolici, esortandoli a proseguire il cammino di dialogo e unità tra le chiese cristiane del Paese”.