E’ evaso Giuseppe Mastini, alias Johnny lo Zingaro. L’uomo (in semilibertà) è arrivato in taxi a Genova per poi far perdere le proprie tracce una volta raggiunta la stazione Brignole, la seconda nell’ordine dell’importanza, situata in piazza Verdi, nelle immediate adiacenze del centro cittadino.
La semilibertà
L’ergastolano era in semilibertà dallo scorso agosto e da novembre si recava tutti i giorni alla scuola della polizia penitenziaria di Cairo Montenotte (Savona), dove svolgeva piccole mansioni. Ieri mattina non si è presentato al lavoro e da ieri sera è formalmente un evaso. Le ricerche sono coordinate dalla polizia penitenziaria di Fossano guidata dal comandante Eraclio Stefano Seda.
L’avvocato: «Spero che torni»
Questa mattina il suo avvocato, Enrico Ugolini, ha detto di augurarsi «che questo percorso riabilitativo, condiviso con il carcere e i magistrati, non venga interrotto. Che il mio cliente rientri e spieghi il perché si è allontanato. Non capisco: ha una condotta carceraria encomiabile, ed è un punto di riferimento per i detenuti. Ha pagato anche per il personaggio che gli è stato cucito addosso».
Il primo omicidio a 15 anni
Analfabeta, 57 anni, figlio di giostrai lombardi di etnia sinti, Giuseppe Mastini, conosciuto anche con il soprannome di ‘Biondino’, diviene giovanissimo uno dei personaggi di spicco della criminalità romana. Già a 15 anni, trasferitosi nella Capitale con la famiglia, gli viene contestato il suo primo omicidio: un autista di tram, Vittorio Bigi, per una rapina finita nel sangue. Per l’omicidio Johnny viene condannato a 15 anni di carcere.
Nel febbraio 1987 ottiene un permesso premio del quale approfitta per rendersi latitante. Viene poi segnalato per una serie di rapine e riconosciuto in una fotografia dalla moglie di Paolo Buratti, console italiano in Belgio, ucciso nella sua villa a Sacrofano mentre tentava di resistere a una rapina. Il 23 marzo, mentre gira per Roma in macchina, viene fermato da due poliziotti. Apre il fuoco e uno degli agenti muore; l’altro viene ferito in modo grave, mentre Johnny, illeso, continua la sua fuga fino a via della Bufalotta, dove viene bloccato e arrestato.
Nel processo celebrato nel 1989, viene condannato all’ergastolo per tutti i reati che gli vengono contestati, tranne l’omicidio di Sacrofano. Nel 2014 usufruisce di un nuovo permesso premio che sfrutta per partecipare al concerto dei Prodigy a Roma. Con l’associazione Nessuno tocchi Caino ha avviato un percorso di reinserimento sociale. Ieri, la fuga.
La foto segnaletica
Ora è ricercato nella zona di Genova e dintorni, ma non si esclude nessuna pista, compreso il rientro a Roma – luogo che conosce bene – o la vicina Francia. Intanto la sua foto segnaletica è stata diramata a tutte le pattuglie di polizia e carabinieri in servizio nel capoluogo ligure: il latitante, oggi con i capelli corti e brizzolati, è vestito con una camicia a quadri e pantaloni scuri.