Proscioglimento a scoppio ritardato per Gerry Adams, leader repubblicano nordirlandese del partito indipendentista “Sinn Fein” – in italiano “noialtri soli” – nell’inchiesta sul rapimento e l’uccisione di una donna a Belfast nel 1972. L’uomo, infatti, non sarà processato. Le accuse mosse nei suoi confronti (così come di altre sei persone) sono cadute e il procedimento penale è stato abbandonato. La donna si chiamava Jean McConville: vedova, venne prelevata nella sua casa a Belfast, davanti agli occhi dei suoi 10 figli, da un nucleo di separatisti armati che l’accusavano di essere un’informatrice delle forze inglesi, sospetto rivelatosi poi infondato.
Il suo cadavere venne ritrovato solo nel 2003, rilanciando l’inchiesta. Dell’omicidio venne accusata l’Ira e, nel maggio del 2014, Gerry Adams, venne incarcerato in relazione alla morte della McConville nonostante si proclamasse estraneo alla vicenda. L’arresto del leader dello Sinn Féin causò un maremoto nelle istituzioni irlandesi rischiando di mettere a repentaglio il delicato equilibrio scaturito dal processo di pace nell’Irlanda del Nord frutto dell’Accordo del Venerdì Santo del 1998. Il capo dello Sinn Fein venne rilasciato dopo quattro giorni di fermo in attesa che la procura decidesse su eventuali azioni penali a suo carico. Oggi il proscioglimento da ogni accusa e, per Adams, la fine di un incubo.