Nicodemo è un uomo che conosce il mondo, sa come vanno le cose, ha esperienza della vita; però mai ha incontrato qualcuno come Gesù capace di parlare al suo cuore.
«Se Dio non fosse presente su questa terra, non potremmo mai essere salvati» scriveva Simone Weil, e Nicodemo lo va a cercare di notte, di nascosto; lui, così importante, ha vergogna di farsi vedere dagli altri in sua compagnia. Gesù, che conosce ogni uomo, non si meraviglia, comprende la sua debolezza, legge nel cuore di Nicodemo il desiderio di verità e gli svela i tesori della Sua missione.
Così Gesù parla a Nicodemo del serpente di bronzo che Mosè innalzò nel deserto, gli rivela la via della salvezza: la Croce. I serpenti che mordevano nel deserto sono figura del tentatore, menzognero e blasfemo, che vuole portare la nostra vita nelle tenebre della disperazione.
Il serpente innalzato rappresenta la Croce di Cristo, che si rivela via di salvezza per chi confida in Lui: lo rende immune dagli inganni velenosi del maligno, che vuole convincerlo che Dio non lo ama. Propri lì, sulla Croce, Cristo ci salva: dove noi ci sentiamo impotenti, persi.
Come Nicodemo oggi anche noi possiamo incontrare Cristo, che è presente nella Chiesa, nei sacramenti. L’eucarestia è l’alimento che ci permette di non soccombere ai continui “morsi” dei serpenti velenosi che assediano ognuno di noi: le nostre debolezze, i giudizi, le invidie, i dubbi, i pensieri malvagi, la tristezza, la mancanza di fiducia…
Questi sono i serpenti che ci mordono, ci tolgono la forza e la voglia di vivere, ma Cristo può rendere innocui. Allora come Nicodemo cerchiamo Cristo, guardiamo Lui. Chiamiamolo in nostro aiuto. In questa domenica Laetare, che già ci annuncia la Gioia Pasquale, viene la Luce di Cristo, a illuminare il buio terribile in cui tante volte ci possiamo trovare nella nostra vita.
Gesù è quella luce che ci svela la Verità più profonda: l’Amore di Dio per noi.