La filosofa dei diritti civili, che ha combattuto contro ogni tipo di razzismo e ogni genere di discriminazione, viene celebrata nel doodle di Google di oggi per ricordare il 108esimo anno della sua nascita. Nella home page, come in una foto d’altri tempi, Hannah Arendt appare sorridente mentre scrive tra i suoi libri.
La privazione dei diritti civili e le persecuzioni subite in Germania a partire dal 1933 a causa delle sue origini ebraiche contribuirono a far maturare in Hannah Arendt la decisione di emigrare. Il regime nazista le ritirò la cittadinanza nel 1937, rimase apolide fino al 1951, anno in cui ottenne la cittadinanza statunitense. Lavorò come giornalista e maestra di scuola superiore e pubblicò opere importanti di filosofia politica, come “Le origini del totalitarismo” (1951), in cui tracciò le radici dello stalinismo e del nazismo e le loro connessioni con l’antisemitismo, “Vita Activa. La Condizione umana” (1958), “La banalità del male – Eichmann a Gerusalemme” (1963).
Rifiutò sempre di essere etichettata come filosofa e preferì che la sua opera fosse descritta come teoria politica. Arendt difese il concetto di “pluralismo” in ambito politico. Come risultato dei suoi assunti teorici si trovò contro la democrazia rappresentativa, che criticò fortemente, preferendole un sistema basato sui consigli o forme di democrazia diretta.
Spesso tuttavia continua a essere studiata soprattutto per le sue preziose analisi critiche su filosofi come Socrate, Platone, Aristotele, Immanuel Kant, Martin Heidegger, Karl Jaspers. Come fonti delle sue disquisizioni utilizza oltre a documenti filosofici politici e storici, anche biografie e opere letterarie. Il suo sistema di analisi – in parte influenzato da Heidegger, di cui fu studentessa all’università di Marburgo e con cui ebbe una relazione clandestina finita quando scoprì le sue simpatie per il nazismo – contribuisce a renderla una pensatrice originale e trasversale ai diversi campi del sapere e specialità accademiche.
Nel 2012 la regista tedesca Margarethe von Trotta ha realizzato il film drammatico e biografico, Hannah Arendt, interpretata da Barbara Sukowa ed uscito nelle sale italiane il 27 gennaio 2014, in occasione della Giornata della Memoria, che mostra così al grande pubblico la vita di una donna energica, intellettuale coraggiosa, coerente e per molti versi controversa, che negli anni Quaranta ha dimostrato una sensibilità moderna battendosi per il pluralismo e la democrazia diretta e rivendicando il suo pensiero indipendente e la discussione politica libera.