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“Guerra e pace in punta di dita”: la Prima guerra mondiale raccontata ai non vedenti

L'intervista di Interris.it all'architetto Antonella Nannicini, presidente dell'associazione Arcantarte aps che, a Prato, attraverso l'arte, si occupa di inclusione delle persone con disabilità

L’accessibilità del patrimonio culturale indica la possibilità per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione particolare, di poter fruire dei beni archeologici, storico artistici, scientifici, e così via, che i nostri musei salvaguardano. In particolare, l’articolo 30 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, facendo segnare una grande svolta verso la totale inclusione nel mondo della cultura, sancisce che “gli Stati riconoscono il diritto delle persone con disabilità a prendere parte su base di uguaglianza con gli altri alla vita culturale e adottano tutte le misure adeguate a garantire alle persone con disabilità”

L’esperienza di Prato

Nel corso degli anni, gli esempi di accessibilità dei beni culturali coniugati a una spiccata valorizzazione della storia italiana ed europea sono diventati sempre di più, nell’ottica di imparare dagli eventi passati e promuovere la pace e l’inclusione. In quest’ottica, due settimane fa a Prato, è stata inaugurata presso la Casa delle Memorie di Guerra per la Pace, la mostra permanente sulla Prima guerra mondiale intitolata “Guerra e pace in punta di dita”, che si denota per un percorso innovativo fruibile anche da non vedenti e ipovedenti. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato l’arch. Antonella Nannicini, presidente di Arcantarte aps, una delle associazioni promotrici dell’iniziativa.

La presidente di Arcantante aps arch. Antonella Nannicini con i vertici delle altre associazioni presenti all’inaugurazione della mostra permanente “Guerra e pace in punta di dita” (© Antonella Nannicini)

L’intervista

Presidente Nannicini, come nasce e che obiettivi ha l’iniziativa “Guerra e pace in punta di dita”?

“L’iniziativa ‘Guerra e pace in punta di dita’ nasce da una mostra permanente che esiste a Prato chiamata ‘Casa delle Memorie di Guerra per la Pace’, realizzata dall’ Associazione nazionale combattenti e reduci – sezione di Prato. La mostra nasce nel 2010 e sono esposti diversi cimeli, tra cui molti oggetti portati dalla comunità, come ad esempio una bicicletta del bersagliere e diverse foto storiche. Si opera molto con le scuole perché, facendo conoscere ai più giovani le atrocità della guerra, si può gettare un seme che porta alla pace. Ora però, avendo diverso materiale, hanno iniziato ad organizzare uno specifico percorso focalizzato sulla Prima guerra mondiale e, a quel punto, siamo stati coinvolti con l’obiettivo di fare un percorso adatto anche alle persone non vedenti. Abbiamo aderito molto volentieri a questo invito perché è bene poter toccare e contestualizzare un percorso di storia già letto sui libri. Abbiamo quindi organizzato insieme il primo percorso e scelto con cura le opere da poter far toccare. In un primo momento abbiamo pensato di fare solamente un itinerario tattile all’interno della mostra esistente, ad esempio con specifiche opere riguardanti la storia degli animali, come il mulo, nel corso del conflitto e il loro utilizzo. C’erano poi dei pannelli concernenti le trincee con molte iconografie, di cui è stato fatto anche un modello in terracotta, al fine di poterlo far visualizzare anche ai non vedenti. Inoltre, era presente anche un’opera contemporanea di un artista pratese che raccontava la prigionia in maniera molto drammatica, con delle mani di gesso bianche e rosa che spuntano da una rete metallica. Un altro disegno di un’artista pratese che aveva realizzato un’immagine del nonno in guerra mentre guarda in una palla di vetro e vede riflesso l’albero di Natale con la sua famiglia A questo punto, abbiamo creato uno specifico percorso, dotato di mappe tattili a ogni piano e segnalato dove sono esposti i vari oggetti, coinvolgendo l’Unione Italiana Ciechi perché, ovviamente, il percorso andava testato. Loro sono stati molto felici di essere stati coinvolti, ci hanno dato molti preziosi suggerimenti e, da percorso tattile, è diventato audio tattile. Così facendo, ogni postazione è stata dotata di uno specifico qr code con un’audiodescrizione degli oggetti che i non vedenti toccano e la descrizione del percorso che devono fare. Abbiamo poi creato un libro parlato, con i titoli in Braille e il qr code che, quando viene fatto il percorso, rammenta i vari temi, racconta la storia e permette di approfondire i diversi temi”.

Che significato ha, per voi, l’aver reso fruibile la nostra storia alle persone non vedenti e ipovedenti? Quali sono i vostri auspici per il futuro? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra opera di inclusione?

“Ha un significato molto importante. Conoscere la storia ci aiuta a riflettere sulle atrocità della guerra e a non ripetere gli stessi errori del passato. È necessario partire dalle scuole e dalle giovani generazioni. In riguardo al futuro auspichiamo di poter completare un percorso simile anche sulla Seconda guerra mondiale. La realizzazione di quello attuale è stata resa possibile grazie al sostegno di Unicoop Firenze, sezione soci di Prato. Chi lo desidera può aiutarci con delle piccole donazioni e vedendo a vedere la mostra che è aperta il martedì mattina, giovedì mattina e il giovedì pomeriggio e, previo appuntamento, è possibile visitarla anche in altri orari. In alcuni momenti organizzeremo una visita speciale, in cui saranno i non vedenti a guidare le persone all’esplorazione tattile, con una finalità duplice, ovvero la sensibilizzazione alla disabilità visiva e far conoscere come gli artisti hanno potuto raccontare la drammaticità della guerra e i loro auspici per la pace, coinvolgendo le scuole e gli oratori per lavorare con i ragazzi. Insieme all’Associazione Combattenti e Reduci abbiamo dei percorsi comuni e auspichiamo di poter portare avanti insieme questo percorso di sensibilizzazione sull’arte e sulla storia”.

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