L’Organizzazione Mondiale della Sanità, in occasione della scorsa Assemblea Mondiale della Sanità, ha rimarcato con forza l’importanza di fornire interventi di riabilitazione di qualità per tutti e ad ogni latitudine. In particolare, nel corso di tale iniziativa, i diversi Stati, sono stati sollecitati ad “aumentare la consapevolezza e sviluppare l’impegno nazionale per la riabilitazione, anche per la tecnologia assistiva, e a rafforzare la pianificazione per la riabilitazione, inclusa la sua integrazione all’interno dei piani e delle politiche sanitarie nazionali”.
L’innovazione delle forme riabilitative
Nel corso degli ultimi anni, il perseguimento di questo obiettivo ha portato con sé il varo di soluzioni innovative messe in campo per garantire il diritto alla riabilitazione di ogni persona con disabilità, coniugando alla stessa, ove possibile, anche l’attività sportiva. In merito a queste inedite esperienze di riabilitazione, Interris.it ha intervistato il dott. Gaetano Santonocito, presidente di Aias Monza, tra i principali promotori della “Golf terapia”.
L’intervista
Dott. Santonocito, che importanza riveste la formazione dei diversi specialisti alla “Golf terapia”?
“Occorre premettere che, lo studio di soluzioni innovative per l’attività riabilitativa, è un must della riabilitazione stessa. Quindi, in base alle diverse esigenze delle persone con disabilità, occorre tendere ad una ricerca costante con l’obiettivo rendere migliore la quotidianità di ognuno. Essendo io un grande appassionato di golf, dieci anni fa, ho capito che avrebbe potuto essere uno strumento importante ai fini riabilitativi. Da quel momento, abbiamo effettuato una sperimentazione con un finanziamento pervenutoci dalla Federazione Italiana Golf, la è andata molto bene ed ha fatto che, poco tempo fa, abbiamo effettuato il primo corso per terapisti della riabilitazione specializzati in golf terapia. Ciò, per diverse patologie, consente di avere dei buoni risultati, si aggiunge ad altre terapie e, sicuramente, rappresenta una chance in più. Questo significa che, il neuropsichiatra, in caso di pazienti minorenni o, il fisiatra, per quelli maggiorenni, conoscendo i diversi benefici delle terapie e la situazione dei singoli, indicano la soluzione riabilitativa più congeniale. Inoltre, oggi, quando lo specialista stila il progetto riabilitativo individuale, fra le diverse possibilità, potrà indicare anche la golf terapia.”
Qual è l’impegno di Aias Monza su questo versante?
“L’impegno di Aias Monza è determinante in quanto, abbiamo iniziato ad interessarci alla ‘Golf terapia’ fin dalle sue origini. Inoltre, siamo l’unico centro che, da parte della Federazione Italiana Golf, ha avuto questo tipo di supporto. L’azione su questo versante, quindi, è molto forte ed è stata istituita anche l’Associazione ‘Golf Green Monza’, la quale tessere le persone con disabilità e i loro accompagnatori perché, alcuni ragazzi, dopo aver finito le terapie e concluso il ciclo riabilitativo, hanno voluto continuare a giocare a golf. Attualmente, siamo gli unici che stanno tentando di far riconoscere gli ECM per gli specialisti della riabilitazione.”
Quali sono le vostre speranze per il futuro su questo versante?
“Abbiamo iniziato un percorso virtuoso e riponiamo molte speranze per il futuro. In particolare, vorremmo portare l’esperienza della ‘Golf terapia’ anche fuori dalla Lombardia, con l’obiettivo di dare la possibilità ad altre persone di sperimentare questa opzione riabilitativa.”