A Roma, la Commissione europea e l’Italia, in qualità di presidente del G20, ospitano congiuntamente il vertice mondiale sulla salute.
Per i leader del G20 e i leader, i capi di organizzazioni internazionali e regionali e i rappresentanti degli organismi sanitari mondiali invitati il vertice è un’opportunità per condividere gli insegnamenti tratti dalla pandemia di COVID-19 ed elaborare e approvare una “dichiarazione di Roma” che formulerà una serie di principi.
Non vi è dubbio, infatti, che il vertice nasca dalle istanze conseguenti alla crisi pandemica sanitaria, ma sarebbe ben poca cosa se si limitasse solo ad affrontare e risolvere la crisi e non ponesse le basi per un sistema sanitario mondiale equo e sostenibile.
Infatti, la pandemia rivela le enormi diseguaglianze fra i sistemi sanitari, fra Paesi che possono permettersi Sanità di eccellenza ma nei quali sono sempre più forti le diseguaglianze all’accesso; e Paesi che non possono permettersi neppure una Sanità dignitosa, lasciando milioni di persone prive di ogni possibilità di cura.
Quindi, mentre il vertice punta a costituire una guida unica e coordinata per un’azione congiunta per prevenire future crisi sanitarie mondiali, l’obiettivo necessario diventa l’impegno comune a costruire un mondo più sano, più sicuro, più equo e più sostenibile.
Se si vuole che il mondo sia preparato e protetto dalle pandemie future, occorre programmare diversamente le risorse disponibili e distribuirle equamente.
Anche per questo, i promotori del vertice mondiale sulla salute hanno avviato una consultazione della società civile sulla preparazione e la risposta sostenibile in materia di sicurezza sanitaria
Le organizzazioni della società civile sono state chiamate a contribuire all’elaborazione dei principi partecipando alla consultazione online che si è tenuta il 20 aprile 2021.
La consultazione si è svolta in 3 sessioni consecutive. Le organizzazioni della società civile sono state invitate a esaminare i 3 seguenti quesiti, che hanno guidato ciascuna sessione.
Q1. Quali strumenti sono necessari, a livello mondiale, regionale e nazionale, per garantire una collaborazione efficace, multilaterale e multisettoriale volta a prevenire, prepararsi e rispondere alle emergenze sanitarie globali?
Q2. Quali strumenti sono necessari per garantire in modo sostenibile le capacità dei paesi nel campo della salute pubblica, nonché la preparazione e la resilienza dei sistemi sanitari alle future emergenze sanitarie globali?
Q3. In che modo è possibile mobilitare le risorse necessarie, sia interne che globali, per affrontare le sfide della preparazione e risposta in materia di sicurezza sanitaria a livello mondiale, regionale e nazionale?
Rispetto a queste tre questioni, vale la pena qui richiamare l’Obiettivo 3 dell’Agenda 2030 promossa dalle Nazioni Unite, dal titolo rassicurante: “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”, ricordando gli obiettivi da raggiungere entro il 2030: Ridurre il tasso di mortalità materna globale a meno di 70 per ogni 100.000 bambini nati vivi; porre fine alle morti prevenibili di neonati e bambini sotto i 5 anni di età; porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali trascurate; combattere l’epatite, le malattie di origine idrica e le altre malattie trasmissibili; ridurre di un terzo la mortalità prematura da malattie non trasmissibili attraverso la prevenzione e il trattamento e promuovere benessere e salute mentale; afforzare la prevenzione e il trattamento di abuso di sostanze, tra cui l’abuso di stupefacenti e il consumo nocivo di alcol; garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, inclusa la pianificazione familiare, l’informazione, l’educazione e l’integrazione della salute riproduttiva nelle strategie e nei programmi nazionali; conseguire una copertura sanitaria universale, compresa la protezione da rischi finanziari, l’accesso ai servizi essenziali di assistenza sanitaria di qualità e l’accesso sicuro, efficace, di qualità e a prezzi accessibili a medicinali di base e vaccini per tutti; ridurre sostanzialmente il numero di decessi e malattie da sostanze chimiche pericolose e da contaminazione e inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo; sostenere la ricerca e lo sviluppo di vaccini e farmaci per le malattie trasmissibili e non trasmissibili che colpiscono soprattutto i paesi in via di sviluppo; fornire l’accesso a farmaci e vaccini essenziali ed economici.
Nella condizione sanitaria mondiale che stiamo vivendo, soprattutto dei Paesi in via di sviluppo, la vera priorità per il vertice rimane la tutela della salute di ogni essere umano e non solo nella fase emergenziale, ma in maniera strutturale e stabile. Considerando anche i bisogni di cura delle milioni di persone che migrano a causa dell’impossibilità di vivere dignitosamente e pacificamente nella loro terra. Considerando le aspettative di vita delle persone che hanno una particolare fragilità ed hanno diritto ad una vita dignitosa anche in condizioni estreme e di fine vita.
Solo a queste condizioni, il vertice avrà avuto un senso per tutta l’umanità, assicurando oggi a tutti le cure e i vaccini e domani una prospettiva di vita.