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Di Maio chiude a Salvini: “Pentito? La frittata è fatta”

Ormai non si torna indietro, nemmeno se chi ha innescato la crisi tenta una parziale apertura (non sulle elezioni ma su un tentativo di dialogo): Luigi Di Maio, al momento, non ne vuole sapere di tornare a sentirsi con Salvini perché, “anche se ora è pentito ormai la frittata è fatta”, chiudendo la questione con un emblematico “ognuno è artefice del proprio destino. Buona fortuna”. Un messaggio, quello arrivato via Facebook dal vicepremier pentastellato, che chiude gli spiragli a una possibile ridiscussione della cirsi che Salvini sembrava aver aperto affermando che “il suo telefono è sempre acceso”. Per Di Maio la questione è semplice e l'attacco al leader leghista netto: “Ha aperto una crisi che rischia di far aumentare l'Iva a milioni di famiglie e che potrebbe mandare a casa migliaia di lavoratori: non riesco ad approvare il decreto per fermare chiusura di Whirlpool a Napoli e altre questioni pendenti. Lo ha fatto solo per il consenso. Lo ha fatto per qualche sondaggio? Non solo. Anche perché stavamo per togliere le concessioni ai Benetton e stavamo per tagliare 345 parlamentari che lui non vuole tagliare più”.

Attacco al leader

Il capo politico del Movimento 5 stelle alza le barriere anche in difesa del premier Conte, per il quale Salvini ha già fatto sapere verrà chiesta la sfiducia in Senato il prossimo 20 agosto: “Per quanto riguarda la risposta di Salvini a Conte ('Me lo dica in faccia') siamo al paradosso. Parla lui, che in faccia a noi non ha mai detto nulla. Parla lui, che ha mandato tutto all'aria senza una motivazione, annunciando la crisi di governo da uno stabilimento balneare dopo essersi preso due settimane di ferie”. E ancora: “Il 20 agosto noi ministri del Movimento 5 Stelle saremo al fianco di Giuseppe Conte in aula per sostenerlo contro la sfiducia della lega. Li aspettiamo al varco!”. Di Maio, inoltre, torna ad attaccare il ministro dell'Interno sulla questione dimissioni: “Adesso ha chiesto anche di sfiduciare il governo stesso di cui fa ancora parte, visto che non si e' dimesso. Anche su questo, giorni fa aveva tuonato 'siamo pronti a dimetterci tutti, vedrete…'. Sono passati 5 giorni ma stanno ancora tutti lì attaccati alla poltrona… Deve far comodo, evidentemente, avere l'auto blu e i voli di Stato mentre si fa campagna elettorale nelle spiagge”.

L'idea di Delrio

Nel frattempo, continua a restare caldo il fronte dell'intesa M5s-Pd. E stavolta, l'apertura arriva dall'ex ministro Graziano Delrio: dai microfoni di Radio Capital, il capogruppo dem alla Camera ricorda di essere sempre stato uno di quelli che non hanno detto “mai” all'ipotesi di schierarsi con i grillini anche se, a suo giudizio, serve “un accordo alla tedesca, come Cdu e Spd, una cosa scritta. Ci si mette a sedere, si tratta, si analizza ogni punto per il bene del paese, convocando le menti migliori, per dare un'impronta diversa. Questo paese finora è stato ossessionato da argomenti che non hanno portato bene, come l'immigrazione. Mi fa piacere che Conte ne abbia preso atto. Il problema invece è il lavoro, dobbiamo abbassare il cuneo fiscale, c'è il tema del salario minimo”.

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