Al fine di rafforzare la prevenzione ed il contrasto del cyberbullismo e del bullismo e potenziare la protezione delle vittime, il Parlamento ha approvato, il 17 maggio dello scorso anno, la legge n. 70 del 2024, recante “disposizioni e delega al Governo in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del Cyberbullismo (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 125 del 30 maggio 2024 ed entrata in vigore il 14 giugno 2024).
Detta legge, che rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro il bullismo e il cyberbullismo nelle scuole italiane, fornisce strumenti più efficaci per proteggere gli studenti e promuove un clima scolastico sicuro e rispettoso. Proprio in tale ottica, l’intervento legislativo in parola ha istituito anche la “Giornata del rispetto” (art. 4 della legge 70/2024).
Nell’intento del legislatore, la “Giornata del rispetto” rappresenta – come espressamente si rinviene nel testo della legge – un “momento specifico di approfondimento delle tematiche del rispetto degli altri, della sensibilizzazione sui temi della non violenza psicologica e fisica e del contrasto di ogni forma di discriminazione e prevaricazione”.
Questa Giornata si sostanzia, perciò, in un’occasione pubblica per approfondire, soprattutto nelle scuole (contesti educativi deputati a favorire la crescita personale e l’apprendimento), le tematiche del rispetto degli altri e del contrasto di ogni forma di discriminazione e prevaricazione.
La Giornata ricorre il giorno 20 gennaio, in memoria di Willy Monteiro Duarte, il giovane italiano di origine capoverdiana che – il 6 settembre 2020 a Colleferro, in provincia di Roma – venne brutalmente ucciso, con inaudita violenza, durante un pestaggio, nel tentativo di difendere un amico in difficoltà.
Indubbio è il carattere simbolico e pedagogico di questa celebrazione che vuole ricordare i valori di cui è intriso il gesto eroico di Willy: l’altruismo, la sensibilità, l’attenzione al prossimo, l’intervenire in difesa di un amico in difficoltà, il cercare di favorire la soluzione pacifica di un’accesa discussione.
La ricorrenza della “Giornata del rispetto” cade nel giorno della nascita di Willy Monteiro Duarte a testimonianza che la sua vita è stata “un luminoso esempio per le giovani generazioni di generosità, altruismo, coraggio e non comune senso civico, spinti fino all’estremo sacrificio”, un giovane che si è distinto per una “meritoria azione di alto valore civico”, come si legge nella motivazione del decreto di conferimento della medaglia d’oro al Valor Civile (Quirinale: medaglie d’oro alla memoria a Willy Monteiro e Don Roberto Malgesini).
Invero, per arginare l’inquietante e odioso fenomeno del bullismo e cyberbullismo, quest’ultimo, seppure “virtuale”, ancora più doloroso di quello “reale” perché sul web tutto si amplifica e non si cancella con il tempo – per approfondimenti sul tema si rinvia alle pagina del sito del Ministero dell’istruzione e del merito (Bullismo e Cyberbullismo – Miur) e del sito del Ministero della salute (Bullismo e cyberbullismo) – occorre porre l’accento sull’importanza delle azioni di carattere preventivo e su una strategia di attenzione e tutela nei confronti dei minori, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti, privilegiando azioni di carattere formativo ed educativo (come prescrive l’impianto normativo in materia: legge 29 maggio 2017, n. 71 e la legge 17 maggio 2024, n. 70).
Del resto, già nel 2016 (in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno scolastico a Sondrio) il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella metteva in luce la necessità di “un’azione congiunta, capace non soltanto di reprimere ma, soprattutto, di prevenire, con una vera e propria campagna educativa che arrivi al cuore e alla mente dei giovani”. E ricordava, con parole sempre attuali e meritevoli di essere ricordate, che “essere prepotenti con i più deboli non è sintomo di forza, ma di viltà. È segno di incapacità di misurarsi con chi è forte. Confidare nell’essere più numerosi per accanirsi contro uno solo è segno di estrema debolezza. È sintomo, in realtà, di paura”.
L’aperta condanna di queste insidiose forme di aggressione, che minano il benessere psicologico e fisico di bambini e ragazzi, la ritroviamo anche nel recentissimo discorso del Santo Padre Francesco (All’Unione Cattolica Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori (UCIIM); Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC); Associazione Genitori Scuole Cattoliche (AGESC) (4 gennaio 2025) | Francesco) che, nel raccomandare di “ Mai fare il bullyng, evidenzia come il fare i bulli a scuola “è prepararsi alla guerra non per la pace!”.
Ebbene, nella prima giornata celebrativa del rispetto, che coincide con l’anno giubilare, i pellegrini di speranza sono proprio i ragazzi delle scuole che sono chiamati a porre le basi di un mondo più giusto e fraterno, a fare della “forza tranquilla: quella della solidarietà e dell’amicizia” l’arma che disarma l’arroganza dei bulli, i quali – usando di nuovo le attualissime parole del Capo dello Stato – “sono una piccola minoranza. Sono ragazzi infelici e pieni di problemi”.
E’ dato incontrovertibile che la sfida sia tutta educativa ed il metodo educativo non può che essere quello della prossimità, della vicinanza e del dialogo.