Si celebra oggi la giornata internazionale per i diritti umani, una ricorrenza che fu istituita dall’Assemblea generale Onu per ricordare l’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata il 10 dicembre 1948. “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Questo è quanto recita il primo articolo della Dichiarazione per i Diritti Umani, ma seppure ci sia un testo scritto che ci debba “ricordare” che siamo tutti uguali, la realtà è ben diversa.
Basta aprire un qualsiasi giornale, o sfogliarne qualcuno virtualmente oppure guardare le notizie dei telegiornali: subito la colonna della cronaca si riempie – troppo rapidamente – e mostra la triste realtà: una ragazzina stuprata in India e poi bruciata dai suoi stessi aguzzini, dei bambini cristiani decapitati perché non vogliono convertirsi all’islam, un ragazzo ucciso perché gay e non dimentichiamoci dei tanti Paesi dove ancora ci sono leggi barbare come la morte per lapidazione, dove soprattutto le donne, vengono uccise con delle pietre.
Durante le celebrazioni In occasione della giornata internazionale dei diritti umani, vengono di solito attribuiti due importanti riconoscimenti: il Premio Nobel per la Pace, che verrà assegnato ad Oslo a Malala – la giovane pakistana che 2 anni fa fu colpita dai talebani per il suo impegno a favore dell’istruzione femminile – e all’indiano Kailash Satyarthi. Quest’anno Amnesty international, Antigone, Arci, Cild e Cittadinanzattiva manifesteranno con un minuto di silenzio per chiedere l’approvazione della legge contro la tortura passata al Senato lo scorso 5 marzo e ora al vaglio della Camera.