“Voglio i giochi olimpici di Rio 2016”: questo sarebbe il sogno di Alex Schwazer che ha ripreso ad allenarsi. L’atleta è attualmente squalificato per aver fatto uso di Epo, una sostanza dopante. Il suo legale, l’avv. Gerhard Brandstaetter fa sapere che “Alex ha sofferto molto per l’errore commesso, ha pagato un prezzo sproporzionato in confronto ad altri peccatori. Si allena ed è in ottime condizioni fisiche”.
L’obiettivo ora è quello di una riduzione della squalifica per doping e l’affidamento ai servizi sociali per chiudere, una volta per sempre, questo triste capitolo. L’inchiesta penale della procura di Bolzano è infatti in dirittura d’arrivo. Per evitare una condanna, l’altoatesino sarebbe intenzionato a chiedere la sospensione del procedimento con messa alla prova e con l’affidamento ai servizi sociali, forse una casa per anziani a Vipiteno, a poca distanza da dove abita. L’atleta sarà chiamato davanti alla Procura antidoping del Coni il prossimo 20 novembre per rispondere degli addebiti disciplinari già contestati in precedenza.
La Federatletica (Fidal) preferisce non commentare ufficialmente il desiderio di Alex Schwazer di tornare alle gare e di partecipare ai Giochi di Rio 2016, una volta che il 30 gennaio 2016 avrà scontato la squalifica per avere fatto uso di Epo.
Fonti Fidal, però, sottolineano che, dall’ottobre 2013, è entrata in vigore la Carta etica. Questa prevede che “chiunque incorra in squalifiche pari o superiori ai due anni, sulla base delle attuali normative antidoping, perde, da quel momento, il diritto a vestire la maglia azzurra, simbolo sportivo dell’Italia”.
Restano dei dubbi sulla retroattività del codice, che è stato adottato dopo la squalifica del marciatore altoatesino, disposta dal Tribunale nazionale antidoping il 23 aprile 2013.