Giovanni Lo Porto “era un volontario generoso ed esperto del mondo della cooperazione allo sviluppo”. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha ricordato così il cooperante italiano scomparso nel 2012 e rimasto ucciso a gennaio in un raid statunitense in Afghanistan. Il responsabile della Farnesina ha espresso la sua “personale vicinanza e quella del governo alla madre di Giovanni, la signora Giusi, e a tutti i familiari e gli amici. Lo Porto, ha spiegato Gentiloni alla Camera, “ha perso la vita in un bombardamento effettuato a metà gennaio da droni americani”. Cruciale per riportare la calma in Parlamento dopo le feroci polemiche di ieri è conoscere la data in cui la notizia del decesso è stata trasmessa dall’amministrazione americana. Il ministro ha confermato la versione di Matteo Renzi, dicendo che Obama ha informato il premier “nella tarda serata del 22 aprile”.
“L’informazione – ha proseguito – è stata fornita al nostro governo e all’opinione pubblica americana appena formalizzate le necessarie verifiche, protrattesi per tre mesi per la particolare natura della situazione, un’area di guerra che non permetteva l’accesso al compound per l’identificazione dei corpi. L’Italia prende atto dell’impegno alla massima trasparenza assunto ieri dal presidente, che ha chiesto di voler dare personalmente la notizia per avere modo di scusarsi pubblicamente”.
I rapporti con gli Usa restano saldi, cui Gentiloni riconosce di aver agito “con la massima trasparenza, restano in ogni caso saldi. “I tragici errori e le colpe che il presidente degli Stati Uniti ha riconosciuto – ha sottolineato – non incrinano la determinazione con cui il governo intende proseguire la lotta al terrorismo. E’ una minaccia seria, che va affrontata collaborando con i nostri alleati, sostenendo l’azione di tutte le forze dello stato impegnate sul terreno, con l’unità del parlamento e del popolo italiano”. Sulla morte di Lo Porto, infine, “la magistratura ha aperto un’inchiesta”.