Ancora tensioni tra Unione europea e Russia. La Commissione ha formalmente accusato Gazprom, il monopolio russo del gas, di “abuso di posizione dominante” per le sue pratiche commerciali nell’Europa centrale e orientale, con cui ha attuato una “politica di prezzi sleale” e ha “ostacolato la concorrenza” creando “barriere artificiali”. L’azienda ora ha 12 settimane di tempo per rispondere ai rilievi dell’Antitrust europeo, in quella che è la più importante procedura mai aperta nei confronti di una compagnia controllata da uno Stato. Ma non si è dovuto attendere molto per la replica del gruppo russo, che definisce “infondate” le accuse e auspica una soluzione del caso “a livello governativo”. In una nota, il gigante russo del gas assicura di aderire strettamente alla regolamentazione in vigore e di agire in “confomità totale con gli standard osservati” dal settore.
In particolare, la Commissione europea ha trovato in via preliminare che Gazprom ostacola la concorrenza in otto Paesi membri, ovvero Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia, dove impone restrizioni territoriali negli accordi di fornitura con i grossisti e alcuni clienti industriali, vietando l’export del gas e imponendo clausole che limitano l’utilizzo del gas a un territorio specifico.
Oltre ad impedire il libero scambio di gas, le restrizioni territoriali possono provocare un aumento dei prezzi e permettere a Gazprom di condurre “una politica dei prezzi sleale” in cinque Stati membri. L’inchiesta europea arriva proprio in un momento delicato nei rapporti con Mosca. Infatti le sanzioni Ue a imprese e settori dell’economia russa sono in vigore dall’aprile dell’anno scorso e scadranno il prossimo luglio. Sul fronte del gas, dopo lo stop della Ue al progetto South Stream, la Russia sta studiando una rotta alternativa, il Turkish Stream e sta trattando con la Grecia di Tsipras per un prolungamento del percorso.