Il 26 novembre, in occasione della memoria liturgica del beato don Giacomo Alberione, fondatore della famiglia paolina, verrà presentata nella Basilica Santa Maria degli Apostoli (Roma) la nuova Bibbia Scrutate le Scritture in lingua araba. L’evento sarà preceduto da una celebrazione eucaristica presieduta dal Patriarca Latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzabballa e sarà trasmesso in diretta sui canali ufficiali della famiglia paolina.
Il lancio di questa nuova traduzione della Bibbia Scrutate si inserisce nel più ampio contesto del centenario dell’apostolato biblico della famiglia paolina. Fu infatti tra il 1923 e il 1924 che don Giacomo Alberione fondò la prima Società Biblica Cattolica Internazionale (“SOBICAIN”) con lo scopo di diffondere nel mondo la Parola di Dio attraverso l’apostolato della buona stampa. Questa è la missione che volle affidare ai suoi figli e figlie spirituali. Per questo, nel novembre del 1923 don Alberione lanciò l’iniziativa: «Il Vangelo in ogni famiglia e nelle scuole, a 1 lira». Un’iniziativa tanto coraggiosa quanto ardua che prenderà corpo nel 1924 e che rivela la passione con la quale Alberione volle diffondere nella società la Parola di Dio come sacramento della presenza del Divino Maestro nel mondo.
La Bibbia cattolica in lingua araba
A cento anni di distanza la SOBICAIN annuncia la pubblicazione di una nuova Bibbia cattolica in lingua araba. Una bibbia corredata e arricchita da approfondimenti, introduzioni, numerosi passi paralleli e note esplicative a pie di pagina. Uno strumento che renderà un servizio impagabile alla comunità cristiana di lingua araba come conferma don Francesco Voltaggio, sacerdote della Diocesi di Roma e rettore del Seminario Redemptoris Mater della Galilea, che da diversi anni è presente in Terra Santa come missionario e a stretto contatto con questi nostri fratelli nella fede. A lui, che ha diretto l’edizione della Bibbia Scrutate le Scritture in lingua italiana assieme al biblista paolino don Giacomo Perego che dirige il progetto e che ha curato come co-direttore l’edizione araba, abbiamo rivolto alcune domande e chiesto un commento su questo importantissimo evento.
L’intervista a don Francesco Voltaggio
Il 20 ottobre 2020 le Edizioni San Paolo hanno pubblicato la Bibbia Scrutate le Scritture in lingua italiana, una Bibbia che vanta un ricco apparato critico, curato da una equipe internazionale di biblisti. Fin da subito l’intenzione fu quella di tradurre l’opera in diverse lingue. Un progetto di respiro internazionale che, a quattro anni di distanza, inizia a vedere i primi frutti. Innanzitutto, come è stata accolta la Bibbia in Italia?
“Credo che la Bibbia Scrutate le Scritture abbia avuto un’ottima accoglienza in Italia. Bisogna considerare che è stata pubblicata nel tempo della pandemia e, tra le Bibbie più ricche di note e introduzioni e passi paralleli, è stata la Bibbia più venduta e ora sta finendo la prima edizione. Personalmente le risonanze che ho avuto sono state tutte molto positive. Per esempio ricordo un piccolo fratello di Charles de Foucauld che mi ha ringraziato con commozione perché questa Bibbia lo sta aiutando ad entrare più profondamente nei tesori della Sacra Scrittura”.
La particolarità di questa Bibbia, che fa di essa un’eccellenza nel panorama editoriale italiano è la ricchezza dell’apparato critico. Per questo ci si è avvalsi della collaborazione di numerosi biblisti.
“Gli autori dell’apparato critico (introduzioni, note tematiche e note al margine) della Bibbia Scrutate le Scritture sono un’equipe internazionale di biblisti. A dirigere i lavori il biblista paolino don Giacomo Perego, assieme al sottoscritto, a don Ezechiele Pasotti e don Fabrizio Ficco. Abbiamo contato con l’aiuto di biblisti di varie parti del mondo, sacerdoti, religiosi e laici; molti di loro provenienti dall’esperienza di fede del Cammino Neocatecumenale che da anni vive la Scrutatio come esperienza viva di incontro con la Parola di Dio”.
Il progetto è quello di tradurla in diverse lingue. In Brasile è già stata pubblicata dalle edizioni Paulus in lingua portoghese e presto lo sarà in Spagna (Bac-San Pablo) e Polonia (Pallottinum). Come nasce l’edizione in arabo e quale è la sua genesi?
“Questa Bibbia nasce grazie al contributo fondamentale della Società san Paolo e allo sforzo della Società Biblica Cattolica Internazionale (SOBICAIN) che ha finanziato il progetto. Il direttore, il sacerdote paolino don Jose Pottayil proveniente dall’India, ha sostenuto e incoraggiato il progetto. Si comincerà con una tiratura di 12 mila copie, di cui 5mila saranno date in dono a Papa Francesco e tramite lui ai cristiani arabi più in difficoltà, specie in alcuni paesi come Iraq, Sudan, Gaza, Libano… Il direttore di questa Bibbia è abuna Jean Azzam, sacerdote maronita libanese, professore di Sacra Scrittura dell’Università di Kaslik (Beirut) e padre spirituale del Seminario Redemptoris Mater di Galilea. C’è voluto un lavoro di tre anni per tradurre tutte le introduzioni, note, passi paralleli e le più di trecento note tematiche usando delle buone traduzioni già esistenti: quella dei gesuiti per l’Antico Testamento e la traduzione dei maroniti per il Nuovo Testamento”.
Possiamo definire questa pubblicazione un evento straordinario, in particolare per la comunità cristiana di lingua araba?
“È un evento straordinario perché in lingua araba purtroppo ci mancano queste traduzioni e questi strumenti. E penso anche che in questo momento di conflitto possa rappresentare una risposta provvidenziale – certo, da parte nostra molto umile –per i cristiani, perché ovviamente i cristiani del Medio Oriente hanno bisogno di sostegno e pensiamo che questo sia per loro un grande aiuto in questo momento. È ancora necessario un grande lavoro di traduzione perché i cristiani di lingua araba possano attingere sempre più ai tesori della Rivelazione della Chiesa”.
Chi sono dunque i destinatari di questa opera?
“I destinatari di questa Bibbia sono una platea geograficamente molto ampia, perché molti fedeli di lingua araba di fatto, anche a causa degli sconvolgimenti avvenuti in Medio Oriente, hanno dovuto abbandonare le loro terre e vivono nella diaspora, ossia in tanti paesi del mondo, oltre che nella Terra Santa. In questo momento di grande difficoltà, di gravi conflitti, in cui versa il Medio Oriente abbiamo voluto offrire uno strumento che possa aiutare i cristiani di lingua araba ad avere delle chiavi fondamentali per comprendere l’importanza della loro presenza e della loro missione proprio in questo contesto così difficile. Perché i cristiani di Terra Santa, illuminati dalla Parola di Dio che è sempre una lampada ai nostri passi, sono chiamati ad essere luce che splende tanto più forte quanto più forte è la tenebra. Essi hanno una missione fondamentale: essere ponte di riconciliazione e di pace, testimonianza di Gesù Cristo che è la vera pace in questo mondo e in particolare in Medio Oriente”.
Una comunità, quella dei cristiani di lingua araba, che ha vissuto e vive la fede in mezzo a conflitti e in un contesto sociale e politico ostile. In questo senso questa nuova Bibbia può rappresentare uno strumento concreto di aiuto e di consolazione?
“Credo che questa Bibbia sarà di grande aiuto perché i cristiani di lingua araba meritano tutta la nostra attenzione, ma anche la nostra stima e il nostro amore, perché hanno conservato la fede e difeso la loro identità cristiana in contesti storici difficilissimi. D’altra parte, possedendo una forte religiosità, una forte identità cristiana, non sempre questo ha corrisposto a una profonda iniziazione e formazione alla fede, in particolare alla Sacra Scrittura, o più in generale alle sorgenti della nostra fede, quindi il nostro contributo vuole essere un sostegno, un aiuto, proprio in questa direzione“.
Quanto è numerosa questa comunità cattolica di lingua araba?
“Per quanto riguarda la presenza dei cristiani in Terra Santa parliamo di circa 180 mila fedeli. In Palestina di circa 80 mila. Poi abbiamo la Giordania dove c’è una nutrita presenza cristiana. Il Patriarcato Latino di Gerusalemme include Israele, Palestina, Giordania e Cipro, realtà molto diverse tra loro. Poi ci sono i cristiani che vivono nei paesi del Medio Oriente”.
La Bibbia Scrutate in lingua araba sarà a disposizione anche delle chiese orientali?
“Questa è una Bibbia cattolica ma è stata scritta con una grande sensibilità verso le chiese orientali cattoliche e anche verso la Chiesa Ortodossa, soprattutto tornando alle sorgenti della Bibbia e anche ai Padri della Chiesa che uniscono tutte le Chiese. Quindi noi speriamo che venga accolta anche dalle altre confessioni ma ovviamente qui in Terra Santa e in Medio Oriente, anche le Chiese Orientali che sono di veneranda tradizione sono una presenza importantissima e quindi anche a loro si rivolge questa Bibbia”.
Chi ha diretto i lavori di questa edizione araba e che tipo di linguaggio si è usato?
“Il direttore della Bibbia è un biblista molto stimato, professore da molti anni all’università Holy Spirit di Kaslik (Beirut, Libano), lui è maronita libanese per cui ha una sensibilità ulteriore verso le chiese orientali cattoliche. Hanno partecipato anche sacerdoti e laici di varie chiese cattoliche, in particolare della chiesa latina ma anche greco cattolica. C’è un’equipe di traduttori abbastanza ampia in Terra Santa (Israele e Palestina), in Libano, in Egitto ma anche in Sudan. Abbiamo cercato la collaborazione di buoni traduttori che conoscessero bene l’italiano e anche l’arabo. La Bibbia è in arabo classico, l’arabo comune a tutto il mondo arabo, ed è anche l’arabo scritto, ma abbiamo scelto un linguaggio che fosse accessibile a quanti più fedeli; abbiamo cercato di non usare un linguaggio troppo elevato per dare la possibilità a tutti di usufruire abbondantemente dei tesori della Scrittura”.
Inoltre avete contato col sostegno e il supporto del patriarca di Gerusalemme dei Latini, mons Pierbattista Pizzaballa e anche di altre autorità ecclesiastiche.
“Il sostegno del Patriarca Pizzaballa, è stato fondamentale; il cardinale sarà a Roma per la presentazione della Bibbia. Inoltre ci hanno sostenuto altri vescovi che ci hanno inviato numerose lettere di incoraggiamento e di ringraziamento. Molti di loro saranno a Roma per l’evento: l’arcivescovo greco-cattolico della Galilea, mons. Youssef Matta, l’arcivescovo maronita della Terra Santa, mons. Musal Hage, il vescovo ausiliare di Alessandria dei Copti, della chiesa copto-cattolica del Cairo mons. Hany Bakoum che parteciperà a nome del Patriarca, così come anche diversi vescovi e arcivescovi maroniti. Alla presentazione parteciperanno tra gli altri anche il segretario della Congregazione per le Chiese Orientali, il sacerdote maronita libanese Michel Jalakh, il Generale della Famiglia Paolina e un delegato dell’attuale Custode di Terra Santa padre Francesco Patton, che ci ha incoraggiato moltissimo in questo progetto; a me ha sempre ricordato l’importanza di tradurre più possibili opere in arabo in favore dei nostri fratelli cristiani che ne hanno bisogno”.
Una bella notizia dunque che rallegra la piccola comunità di cristiani di lingua araba. Cosa si aspettano e cosa vi aspettate come pastori da questa Bibbia?
“La notizia è stata accolta con grande gioia dalle comunità arabe locali. Sono tutti molto contenti. È bene ricordare che questa Bibbia è complementare alla grande opera di traduzione in arabo fatta in passato, specialmente la Bibbia dei gesuiti che ci è stato concesso di adottare per l’Antico Testamento. Il nostro desiderio è che sia uno strumento, bello, utile e nello stesso tempo profondo per nutrirci alla mensa ricchissima della Parola di Dio”.