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La Cisl dà “un taglio al silenzio”

In vista della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, la Cisl conferma e rilancia il proprio impegno contro un fenomeno che ha segnato negativamente anche il 2017. Numerose le iniziative in corso nei diversi territori, “che raccontano – si legge in una nota del sindacato – quanto la Cisl si stia spendendo per cercare di affrontare e contrastare nel migliore dei modi le criticità che permangono su questo fronte e i pericoli che a volte rischiano di riportarci indietro nel tempo”.

La campagna della Cisl

Per accompagnare questi momenti di sensibilizzazione e di riflessione che faranno da corollario concreto a questa Giornata internazionale, la Cisl ha realizzato insieme al Coordinamento Nazionale Donne, un Manifesto, in linea tematica con quelli precedenti, recante lo slogan “Diamo un taglio al silenzio”, per ribadire che i maltrattamenti, la violenza in famiglia, lo sfruttamento e le molestie sul lavoro e sulle vittime della tratta, “non vanno sottaciuti come 'affari privati' e che l’unica strada verso la libertà da ogni sopruso e violenza resta l’atto primario della denuncia”. Per la Cisl “solo così si potrà contare appieno su protezione, assistenza e reinserimento socio-lavorativo”.

L'intervento della Furlan

Come ricorda sul Corriere della Sera Annamaria Furlan, segretario generale Cisl, si stima che settemilioni di donne in Italia abbiano subito molestie. “Dobbiamo dare un taglio al silenzio in modo da far rispettare la donna in tutti i contesti: sociali, lavorativi e familiari – scrive -. In questo modo si potrà contare pienamente su protezione, assistenza e su un concreto reinserimento socio-lavorativo. E spetta anche al sindacato far sì che le forme di violenza non restino nascoste, continuando e rafforzando la nostra opera quotidiana per un cambiamento culturale che metta al centro la tutela della persona, a partire proprio dai luoghi di lavoro, perché una società più consapevole dei suoi problemi è già a metà strada rispetto alla loro soluzione”.

La Furlan fa poi un riferimento a quanto avviene in ambito legislativo. “Gli sforzi del Governo sono apprezzabili – spiega -, ma il Parlamento deve correggere presto la norma sulla 'monetizzazione' del reato di stalking che rappresenta una vera assurdità. Non ci devono essere, insomma, ambiguità o tentennamenti nei confronti di chi maltratta ed umilia le donne come avviene, per esempio, ancora nelle campagne del nostro Sud a tante braccianti, italiane e straniere, vittime del capolarato, costrette a lavorare spesso in condizioni disumane”.

“Questo è il mio Corpo”

Donne sfruttate soprattutto sui cigli della strada. “Ci sono centomila donne vittime del racket e della 'tratta', costrette a vendere il loro corpo nel nostro paese”, rammenta la Furlan. La quale plaude alla scelta del Comune di Firenze di multare i clienti delle prostitute e rileva l'efficacia del “modello nordico”. “In tanti Paesi del Nord Europa dove è stata introdotta una legge che punisce il cliente, il numero di prostitute è diminuito in maniera sensibile – scrive -. Ed è cambiata anche l’opinione pubblica: prima il 30% era a favore della criminalizzazione del cliente, oggi il 70. La libertà sessuale di andare con le prostitute è una 'libertà' esercitata nei confronti di chi, nella stragrande maggioranza, non è una donna libera e non ha scelta. Per questo continueremo a sostenere la campagna promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Benzi, per dare una speranza a tante giovani ragazze, aiutandole a ritrovare una vita normale ed un ruolo attivo nella società”.

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