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“Metodo Mussida”, la musica che dona sollievo e felicità

La funzione inclusiva svolta dalla musica nei confronti delle persone in condizione di grave marginalità spiegata a Interris.it da Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca

Il supporto emotivo nei confronti delle persone che, loro malgrado, si trovano a vivere una condizione di fragilità, in ogni declinazione possibile, è fondamentale ed è indice dell’avanzamento sociale e culturale di una società intera.

L’opera di Fondazione Progetto Arca

La Fondazione Progetto Arca, in oltre trent’anni di attività, ha aiutato concretamente 435 mila persone in difficoltà, tra cui persone senza dimora, famiglie in emergenza economica e abitativa, persone con problemi di dipendenza e migranti in fuga da guerre e povertà. A quest’opera di prossimità, poche settimane fa, si è aggiunta l’audioteca, una particolare iniziativa, sorta a Milano, in via Fantoli, all’interno di una specifica struttura predisposta l’accoglienza di 280 ospiti, italiani e stranieri, la quale ha la finalità di utilizzare la musica quale potente mezzo di inclusione sociale. Interris.it, in merito a questa esperienza di vicinanza agli ultimi, ha intervistato Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca.

Alberto Sinigallia e Franco Mussida (@ Daniele Lazzaretto)

L’intervista

Presidente Sinigallia, come nasce che obiettivi ha l’audioteca di Progetto Arca?

“L’audioteca di Progetto Arca ha l’obiettivo di trasformare gli stati d’animo negativi, come ad esempio la depressione e la malinconia, in sentimenti positivi. In particolare, attraverso l’ascolto della musica, si riesce a individuare lo stato emotivo attuale, ma anche quello verso cui si vuole tendere. La stessa, inoltre, è dotata di un software con migliaia di brani musicali, strumentali e non cantati, attraverso il quale, comunicando il proprio stato d’animo, vengono trasmesse determinate canzoni che contribuiscono a far cambiare lo stato d’animo.”

In questo centro viene utilizzato il cosiddetto “Metodo Mussida”. Di cosa si tratta?

“Franco Mussida è un musicista, compositore, pittore e scultore il quale, da oltre 35 anni, si dedica all’elaborazione di uno specifico Codice Musicale che ha aperto nuove strade per l’uso sociale e umanistico della musica. Egli opera nelle carceri nonché nelle comunità e, dove c’è sofferenza, la trasforma in emozioni positive attraverso una ricerca attiva fatta insieme alle persone. Il ‘Metodo Mussida’ è proprio questo, e, grazie all’aiuto di musicisti, educatori e psicologi, è stato costruito nel tempo e vuol essere un luogo che dona una trasformazione positiva alle persone, ripercorrendo le loro radici culturali di ognuno e valorizzandole. Il giorno dell’inaugurazione, ad esempio, era presente una ragazza di origine siriana che, quando ha sentito un brano musicale del suo Paese d’origine, si è emozionata moltissimo e le ha fatto ricordare il suo luogo di nascita. È quindi importante calibrare i brani per ogni persona.”

(© PublicDomainPictures da Pixabay)

Quali sono i suoi desideri per il futuro in riguardo allo sviluppo delle attività dell’audioteca?

“L’audioteca ha già preso forma in diversi luoghi e, nella prossima primavera, vorremmo aprirla a ‘Casa Jannacci’, un dormitorio storico di Milano, che stiamo gestendo dallo scorso mese di agosto e in cui ci sono 550 ospiti tra persone senza fissa dimora, famiglie e minori stranieri non accompagnati. Sarà un’altra sfida ma sappiamo che, la musica, è in grado di trasformare le emozioni e, di conseguenza, tale audioteca, sarà un luogo caldo, in cui sarà possibile avere relazioni e confrontarsi per tendere al bene.”

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