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L’ira di Trump: “I dati sui morti e sui contagiati in Cina sono falsi”

Cina: "Commenti senza vergogna e immorali". Mike Pence indica l'Italia come il Paese "più comparabile agli Usa in termini di proiezioni"

La Cina ha nascosto la reale portata del coronavirus nel Paese del Dragone e, soprattutto, i dati sui morti e sui contagiati sono falsi. Sono le conclusioni dell’intelligence Usa contenute in un rapporto classificato ricevuto dalla Casa Bianca la scorsa settimana, come ha rivelato l’agenzia Bloomberg. Pechino – evidenzia Ansa – ha finora dichiarato circa 82 mila casi positivi e soli 3.300 decessi da quando il virus si è diffuso nella provincia dell’Hubei nel dicembre del 2019. Numeri di gran lunga inferiori a quelli di Italia, Spagna e Stati Uniti, con questi ultimi che ora guidano la classifica della Nazione con il maggior numero di contagi, quasi 220 mila casi ed oltre 5000 morti (per la precisione: 5137, di cui 1374 nella città di NewYork). Col passare delle settimane e il diffondersi della pandemia a livello globale, c’è stato un sempre più crescente scetticismo sulla versione di Pechino, alimentato anche dalle recenti immagini di cataste di migliaia di urne all’esterno dei cimiteri di Wuhan. L’intelligence Usa aveva già ammonito Donald Trump all’inizio del 2020 sottolineando che il partito comunista cinese sembrava “ridimensionare la gravità della diffusione” e che “non è sincero sulla vera scala della crisi”. Lo stesso segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, definiva la pandemia come “la peggiore crisi globale dalla Seconda guerra mondiale”.  Questo non era bastato a prendere misure più efficaci e tempestive.

La risposta della Cina

“Sono commenti senza vergogna” e sono “immorali” i dubbi sui dati cinesi, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying. La Cina ha agito “in modo aperto” e comprende la pressione che gli Usa devono affrontare, ma accusa l’America di voler spostare su altri le colpe della pandemia del coronavirus che ha già raggiunto 5mila casi.

Gli Usa come l’Italia

I dubbi di alcuni dirigenti occidentali riguardano anche altri Stati, come Russia, Iran, Indonesia e Corea del nord. L’attenzione degli 007 americani si è però concentrata sulla Cina perché è stato il Paese da dove è partito il virus.Nei giorni scorsi il segretario di Stato Mike Pompeo aveva accusato la Cina di non essere stata trasparente e di condurre “una campagna intenzionale di disinformazione”. A confermare i sospetti di manipolazione, si era aggiunta anche Deborah Birx, coordinatrice della task force Usa contro il coronavirus: “La comunità medica ha interpretato i dati cinesi come se la minaccia del virus fosse grave ma più piccola di quanto chiunque potesse aspettarsi. Probabilmente ci è mancata una significativa quantità di dati, ora che vediamo cos’è successo in Italia e in Spagna”. Il vice Mike Pence indica l’Italia come il Paese “più comparabile agli Usa in termini di proiezioni”. “Attraverseremo due settimane molto, molto dolorose”, aveva ammonito il presidente nell’ultimo briefing, dove erano stati illustrati per la prima volta i modelli statistici e le proiezioni degli esperti secondo i quali negli Stati Uniti sono previsti da 100 mila a 240 mila morti se le misure di distanziamento sociale saranno rispettate – domenica scorsa la forchetta si fermava a 200 mila vittime -. Senza alcuna restrizione, invece, sarebbero da 1,5 a 2,2 milioni.

Clima

E’ saltata la conferenza Onu sul clima CoP26, presieduta da Londra con la partnership dell’Italia. L’appuntamento era in calendario a Glasgow per il prossimo novembre. Tutto slitta al 2021, ma non c’é ancora una nuova data. Intanto, Trump ha già stravolto l’agenda verde di Obama, cancellando gli ambiziosi standard sui consumi delle auto e aumentando i limiti di emissioni sino al 2026. Una mossa che minerà la lotta contro i cambiamenti climatici, avrà conseguenze negative sullo smog e scoraggerà la corsa delle case automobilistiche.

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