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Coronavirus: il cdm dichiara lo stato di emergenza

Il consiglio dei ministri, secondo quanto riferito dall'Ansa, ha dichiarato lo stato di emergenza in conseguenza al rischio sanitario connesso al coronavirus. I contenuti della delibera saranno stilati dalla Protezione civile e dal Ministero della Salute. Nel frattempo, si è appreso che oggi alle ore 14 si svolgerà una conferenza stampa per comunicare il primo bollettino sanitario sull'evolversi della condizione clininca dei due pazienti che hanno contratto il coronavirus e sulle misure adottate.L'evento si svolge presso l'area multimediale dell'Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani. “Siamo quaasi del tutto tranquilli che non ci siano stati altri contagi – ha afferamto a Radio Capital il professore Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'ospedale Spallanzani di Roma, dove sono ricoverati i 2 casi positivi trovati in Italia -. I cittadini devono stare tranquilli perché il rischio reale di trasmissione si verifica con persone sintomatiche. Appena i due turisti hanno avuto i sintomi sono state seguite tutte le procedure. Siamo quasi del tutto tranuilli che non ci siano stati altri contagi“. 

La Janssen al lavoro per trovare un vaccino

Nel frattempo, si è appreso che la società farmaceutica Janssen ha iniziato a sviluppare un vaccino contro il coronavirus di Wuhan e ha avviato una collaborazione con altri attori per sottoporre a screening una gamma di terapie antivirali. A darne notizia è la Johnson&Johnson, che ha annunciato la mobilitazione di nuove risorse nelle aziende farmaceutiche della sua controllata Janssen. Il programma vaccinale sfrutterà le stesse tecnologie usate nello sviluppo e nella produzione del vaccino sperimentale di Janssen contro l'Ebola e per creare i candidati vaccini dell'azienda contro Zika, Rsv e Hiv. 

Due casi in Gb

Intanto, la Bbc che cita fonti mediche, ha comunicato ch due casi di coronavirus sono stati confermati nel Regno Unito. Si tratta di membri della stessa famiglia che al momento sono stati sottoposti a trattamenti sanitari.

L'odissea a bordo della Costa Smeralda

L'odissea degli oltre 1000 passeggeri che sarebbero dovuti scendere giovedì mattina dopo una settimana di crociera tra La Spezia e Palma di Maiorca, sta per finire. Hanno infatti iniziato a sbarcare dalla Costa Smeralda ormeggiata al porto di Civitavecchia i 1143 passeggeri che avrebbero dovuto sbarcare ieri e che sono rimasti bloccati a bordo per il sospetto caso di Coronavirus, poi rientrato. Sul molo 12 del porto di Civitavecchia stanno affluendo decine di pullman per trasferire i croceristi che si trovano ancora a bordo.”A bordo c'è stata la massima tranquillità e hanno gestito le cose bene – racconta su Ansa Filippo Rossi, un uomo di Monterotondo, in provincia di Roma, che è stato tra i primi a lasciare la nave – c'è stata però preoccupazione anche perchè si sono rincorse tante voci fino all'ultimo e le informazioni le avevamo solo da fuori. Menomale che è andato tutto bene”.

Due casi in Italia di coronavirus

E' infine arrivato in Italia il temuto coronavirus, con due casi accertati nelle stesse ore in cui l'Organizzazione mondiale della Sanità inquadra la diffusione del virus come un'emergenza internazionale, annunciando misure preventive “non vincolanti ma praticamente e politicamente significative che possono riguardare viaggi, commercio, quarantena, screening, cure. L'Oms può anche stabilire standard di pratiche globali”. Per quanto riguarda il nostro Paese, dopo la lunga attesa dei seimila passeggeri a bordo della Costa Smeralda nel porto di Civitavecchia, sottoposti per ore a dei controlli per stabilire se, come si sospettava inizialmente, fra di loro ci fossero passeggeri contagiati dal virus, un gruppo di persone appartenente a una comitiva alloggiata in un albergo in zona Termini, il Palatino, sarebbe stata scortata all'ospedale Spallanzani per essere sottoposta a controlli approfonditi. Il caso di contagio riguarda due persone di nazionalità cinese, marito e moglie, rispettivamente di 67 e 66 anni, alloggiate nello stesso hotel della comitiva. E, proprio in virtù dei loro casi, il pullman degli altri turisti sarebbe stato raggiunto mentre si recava a Cassino per una gita e accompagnato presso il nosocomio capitolino. La stanza d'albergo dei coniugi è stata sigillata mentre il governo ha disposto la chiusura della tratta aerea da e per la Cina. Sui casi è infatti arrivata la conferma del premier Giuseppe Conte, il quale ha comunque annunciato – in conferenza stampa con il ministro della Salute Roberto Speranza – che l'Italia “non si è fatta trovare impreparata: lo Spallanzani è la Bibbia in questo settore. Non c'è nessun motivo di creare panico e allarme sociale – ha spiegato Conte – domani mattina ho convocato un consiglio dei ministri. Adotterremo altre misure in modo da mettere in campo tutte le strutture competente, ivi compresa la protezione civile”. I due turisti, partiti dalla provincia di Wuhan (ritenuta il focolaio del virus) erano atterrati in Italia il 23 gennaio scorso, all'aeroporto di Milano Malpensa, per poi iniziare un tour per varie città italiane. Nell'hotel romano hanno alloggiato per due giorni, assieme a circa 200 persone.

Conte: “Eravamo preparati”

Al momento, l'hotel Palatino resterà aperto e, anzi, sarebbe in procinto di ricevere un'altra comitiva di turisti proveniente dalla Cina ma che potrebbe aver già effettuato la necessaria profilassi. Intanto, il premier Conte invita tutti a mantenere la calma: “Sono fiducioso che la situazione rimarrà confinata – ha aggiunto il premier – per superare il rischio di panico e allarme non c'è altro che fidarsi delle autorità competenti. Posso assicurarvi che in questo momento siamo in Italia nella linea di massimo rigore in funzione preventiva. Siamo nella condizione di poter tranquillizzare tutti i cittadini. La situazione è assolutamente sotto controllo. Ma non significa che ci stiamo appagando con le prime misure. Come sapete eravamo già vigili, molto attenti. Non ci siamo fatti trovare impreparati”.

Il caso reggino

Nel frattempo un caso sospetto di coronavirus è stato segnalato anche in Calabria, dove una donna di 36 anni, tornata ieri dalla Cina via Vienna (con tappa a Roma prima di arrivare a Lamezia Terme), si sarebbe sentita male in casa, a Taurianova, provincia di Reggio Calabria. La donna avrebbe manifestato i sintomi attribuiti alle prime manifestazioni del virus (febbre e tosse) e per questo ricoverata nel Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria. In queste ore, proprio nei pressi di Roma, sarebbe stata indivduata la struttura militare dove i 60 italiani di ritorno dalla Cina saranno trasferiti.

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