Dopo la tragedia che ieri ha improvvisamente gettato Sydney nella paura, 40 gruppi musulmani australiani hanno condannato congiuntamente il sequestro avvenuto in una caffetteria della città australiana. “Respingiamo ogni tentativo di sacrificare vite innocenti da parte di qualsivoglia essere umano e di provocare la paura e il terrore nei cuori” sono le parole dei leader islamici che in un comunicato stampa definiscono l’accaduto “spregevole” e aggiungono riguardo al terribile evento: “non rappresenta una posizione politica, ma riafferma la testimonianza di una fede di cui si sono appropriati indebitamente individui disorientati che non rappresentano null’altro che loro stessi”.
Tori Johnson e Katrina Dawson sono i nomi delle vittime di questa triste vicenda, Man Haron Monis è invece l’identità dell’uomo che ieri ha deciso di sequestrare i clienti della caffetteria Lindt in una ordinaria giornata di dicembre. Le autorità australiane hanno riferito che le motivazioni dell’uomo non sono chiare, ma la bandiera nera collocata a una finestra del Cafè è utilizzata abitualmente dai gruppi jihadisti e, seppur parzialmente leggibile, reca scritto in arabo la ‘shahada’, la professione di fede musulmana: “Non c’è altro Dio al di fuori di Allah, Maometto è il suo profeta”.