La valorizzazione delle donne nella società e la prevenzione della violenza di genere rappresentano temi cruciali per il progresso e il benessere collettivo. Quindi, riconoscere e affrontare le sfide che le donne colgono quotidianamente, è essenziale per costruire una società più equa e giusta, in cui ogni individuo possa esprimere il proprio potenziale senza ostacoli o pregiudizi. Interris.it, in merito a questi temi e alle azioni necessarie per incentivare la partecipazione delle donne nella società, ha intervistato la dott.ssa Elena Lo Giacco, la componente più giovane del Coordinamento Donne Acli al livello nazionale.
L’intervista
Dott.ssa Lo Giacco, la violenza sulle donne continua ad essere tra le violazioni più diffuse e globali dei diritti umani. In che modo le istituzioni e la società civile possono intervenire per arginare questo fenomeno?
“Penso che sia innanzitutto fondamentale riconoscere e ammettere pubblicamente in modo chiaro che questo problema, attualmente ed effettivamente, esiste. Può sembrare un’affermazione banale; eppure, troppe volte questo argomento viene attenuato, derubricato, minimizzato se non addirittura negato. Sono dell’idea che riconoscere l’esistenza di un problema sia anche il primo passo della sua soluzione. Successivamente, è necessario attribuirgli importanza e urgenza che dovranno conseguentemente riflettersi nella scala di priorità sulle agende degli obiettivi istituzionali. La violenza di genere ha tantissime declinazioni, più o meno evidenti, ed è un problema trasversale che attraversa così tanti ambiti che le ricadute finali coinvolgono poi tutta la società, per questo nessuno dovrebbe restare indifferente e anzi attivarsi per contrastarla. Giusto a titolo di esempio, non è possibile affrontare i temi della povertà, dell’occupazione, della Giustizia, di economia e di welfare prescindendo dall’analisi della posizione delle donne -che ricordiamo essere la maggioranza della popolazione- in ciascuno di essi. È fondamentale comprendere che siamo tutti interconnessi e che, se vogliamo stare tutti un po’ meglio, dobbiamo impegnarci tutti un po’ di più”.
Attraverso quali azioni il Coordinamento Donne Acli sta agendo dal punto di vista dell’educazione e della sensibilizzazione su questo tema? Quali sono i vostri auspici?
“Devo tanto al Coordinamento Donne ACLI. Mi sono sentita da subito accolta –e a questo proposito ne approfitto per sottolineare l’importanza e la bellezza della solidarietà femminile, senza fare della controproducente competizione- e sono cresciuta tanto grazie ai continui stimoli e alle opportunità di formarmi, di acquisire una maggiore consapevolezza di me e del mondo e di osservare i fenomeni della società da più punti di vista. Il Coordinamento Donne ACLI è uno spazio di pensiero che ambisce a tramutarsi in azioni e in un contributo concreto al Bene comune. Cerchiamo di mantenere il focus sempre acceso su questo tema attraverso l’attività di ricerca, sensibilizzazione e progettazione. Il nostro auspicio è quello di contribuire al raggiungimento –si spera il prima possibile- di una società improntata al benessere e alla giustizia sociale quanto più stabili e duraturi”.
Papa Francesco in più occasioni, ci ha ricordato che “esercitare violenza contro una donna o sfruttarla non è un semplice reato, è un crimine che distrugge l’armonia, la poesia e la bellezza che Dio ha voluto dare al mondo”. Lei è il membro più giovane del Coordinamento Donne al livello nazionale. Che messaggio desidera rivolgere alle donne sulla base del cristianesimo sociale a fondamento delle Acli?
“Trovo bellissime queste parole di Papa Francesco perché richiamano degli aspetti, quali la poesia e la bellezza, che rimandano ad una sfera più delicata e gentile, non utilitaristica ma di valorizzazione di un universo, tipicamente associato al paradigma femminile, che gli schemi della società, ancora cuciti ad hoc su un modello produttivo storicamente maschile, tendono a sottovalutare e ad appiattire o a contrassegnare come elemento di debolezza. Penso che dovremmo cominciare a costruire un modello di società accessibile alle donne, senza necessità di rinunce o abnegazione, in grado di valorizzare la diversità come preziosa alleata per sviluppare nuove potenzialità e innovare i processi, a vantaggio di tutti. Da membro più giovane del Coordinamento Donne Acli sento la responsabilità di dover rappresentare le istanze e il punto di vista di tutte quelle giovani donne che scontano ogni giorno il doppio gap, di genere e generazionale, e hanno difficoltà ad affermare il proprio talento, spesso sminuito, sfruttato od offuscato, in nome di un pregiudizio. Il messaggio che desidero rivolgere a tutte le donne è quello di credere fortemente che un mondo più giusto sia raggiungibile e di preservare la nostra unicità dai condizionamenti esteriori”.