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Economia circolare per il rilancio del Mezzogiorno

Il modello economico tradizionale dipende dalla disponibilità di grandi quantità di materiali e energia facilmente reperibili e a basso prezzo

L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile con il riciclo. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore. “Con il Sud” vara il nuovo bando per l’economia circolare nel Mezzogiorno. A disposizione ci sono 4 milioni di euro, per sostenere progetti in grado di sviluppare strategie di economia circolare che considerino una o più fasi del ciclo di vita del prodotto. Prima dell’uso (rifiuta, ripensa, riduci), durante l’uso (conserva, riusa, condividi, ripara, rigenera) e successivamente all’uso (ricicla e restituisci agli ecosistemi). Il bando si rivolge alle organizzazioni di terzo settore di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. Saranno valorizzati i progetti in grado di promuovere strategie integrate, assicurando la salvaguardia della biodiversità, l’equilibrio degli ecosistemi e l’adattamento al cambiamento climatico. Puntando anche sulla sensibilizzazione delle comunità sul tema.

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Foto di Mathieu Stern su Unsplash

Progetto circolare

I progetti dovranno, infatti, impegnarsi anche nella diffusione della cultura della circolarità. Il fine è quello di responsabilizzare i cittadini riguardo all’impatto delle loro scelte di consumo. L’estrazione delle risorse naturali è triplicata negli ultimi 50 anni e, entro il 2060, si prevede un ulteriore aumento del 60% rispetto ai livelli del 2020. Un incremento che causerebbe un impatto ambientale senza precedenti sulla perdita della biodiversità, sui livelli di inquinamento. E, in generale, sull’equilibrio degli ecosistemi. Questo trend dipende prevalentemente dalle abitudini di consumo a cui tutti contribuiamo. Per rifondare la società su basi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, occorrerebbe attuare la transizione da un modello di economia lineare, basato sulla logica dell’ “usa e getta” e sullo sfruttamento dei combustibili fossili, ad un modello di economia circolare, ispirato ai cicli naturali. La Fondazione “ha declinato in diversi modi il suo impegno per la tutela ambientale nei suoi anni di attività -sostiene Stefano Consiglio, presidente dell’istituto- Questa volta vuole farlo puntando sull’economia circolare, fondamentale dal punto di vita ambientale e per i benefici sociali. Cambiare le proprie abitudini, saper produrre secondo criteri sostenibili, saper scegliere e consumare, saper ‘rigenerare’ sono potenti strumenti che possono fare la differenza e tutti noi abbiamo il dovere di fare la nostra parte. Anche i vantaggi sociali non possono essere tralasciati. E cioè opportunità di lavoro anche per persone in difficoltà. Redistribuzione della ricchezza. accesso a beni e servizi essenziali a prezzi più accessibili. Recupero, in chiave innovativa, del prezioso e diffuso patrimonio di saperi e pratiche tradizionali presente al Sud”.

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Foto di Steve Buissinne da Pixabay

Inclusione

Considerata la connessione tra sviluppo sostenibile e sviluppo sociale, gli interventi dovranno attivare pertanto “processi partecipativi volti a ridurre le diseguaglianze e a favorire l’inclusione socio-lavorativa e la coesione comunitaria. Rafforzando lo scambio tra terzo settore, imprese for profit e enti pubblici, anche in un’ottica di integrazione con le politiche pubbliche territoriali e nazionali”. Saranno particolarmente apprezzate proposte che intervengano nelle aree interne del Sud, dove l’economia circolare potrebbe rappresentare un’occasione di sviluppo, rivitalizzazione e coesione sociale. Il bando si rivolge a partenariati composti da almeno due organizzazioni di terzo settore e un terzo ente, anche appartenente al pubblico o profit. Possono far parte della rete istituzioni locali, scuole, enti di ricerca, università, consorzi privati e imprese appartenenti al tessuto imprenditoriale locale e nazionale. L’iniziativa si articola in due fasi. La prima finalizzata alla selezione delle proposte con maggiore potenziale impatto sul territorio di intervento e la seconda di accompagnamento nella progettazione esecutiva, volta ad arricchire la proposta e a chiarire eventuali aspetti critici rilevati nella valutazione iniziale. Il Bando scade il 29 novembre 2024 e prevede la presentazione delle proposte esclusivamente online tramite la piattaforma Chàiros.

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Foto di Sigmund su Unsplash

Modello circolare

I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Il modello economico tradizionale dipende dalla disponibilità di grandi quantità di materiali e energia facilmente reperibili e a basso prezzo. “Gli ultimi dati sull’economia circolare in Italia, resi noti attraverso il rapporto del CEN (Circular Economic Network) delineano uno scenario molto chiaro, che vede l’Italia come leader nel continente europeo“, osserva la senatrice Simona Petrucci in relazione al rapporto sull’economia circolare in Italia. “Combinando gli indicatori della Commissione europea in termini di circolarità e applicandoli alle performance dei principali Paesi europei, infatti, la nostra nazione è risultata prima in classifica, di gran lunga avanti a Germania, Francia, Polonia e Spagna. Ci confermiamo, inoltre, primi in classifica anche in termini di riciclo di rifiuti“, aggiunge Petrucci. “Questi risultati ci dimostrano come l’Italia e il suo governo siano davvero in prima linea nel campo delle buone pratiche, della consapevolezza e delle politiche di economia circolare. Non a caso ci siamo opposti fieramente alla proposta di regolamento europeo sugli imballaggi, che anziché mirare in alto voleva sostanzialmente decapitare e declassare i nostri risultati e il livello di eccellenza raggiunto- prosegue Petrucci-. Ci siamo battuti e abbiamo ottenuto un testo più equilibrato. Ed è proprio questo ciò che vogliamo continuare a fare in Italia e in Europa. Lavorare ancora per rendere la nostra economia sempre più circolare nell’interesse dell’ambiente, dei cittadini e delle giovani generazioni“.

 

 

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