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“Guerre e menzogne tradiscono il dono della grazia”

Il 2017, l'anno che si sta concludendo, Dio ce lo aveva “donato integro e sano”, e “noi umani l’abbiamo in tanti modi sciupato e ferito con opere di morte, con menzogne e ingiustizie”. Fra tutto, “le guerre sono il segno flagrante di questo orgoglio recidivo e assurdo”, come lo sono anche “tutte le piccole e grandi offese alla vita, alla verità, alla fraternità, che causano molteplici forme di degrado umano, sociale e ambientale. Di tutto vogliamo e dobbiamo assumerci, davanti a Dio, ai fratelli e al creato, la nostra responsabilità”. E' il monito che Papa Francesco lancia dal pulpito della basilica di San Pietro, dove nel pomeriggio del 31 dicembre celebra i Primi Vespri della Solennità di Maria Madre di Dio con il tradizionale canto del “Te Deum”, l'inno con il quale la Chiesa, al termine dell'anno civile, ringrazia il Signore per i benefici e le grazie ricevuti.

Il dono della grazia

Questa celebrazione vespertina respira l’atmosfera della pienezza del tempo“, esordisce il Papa. E spiega: “Non perché siamo all’ultima sera dell’anno solare, tutt’altro, ma perché la fede ci fa contemplare e sentire che Gesù Cristo, Verbo fatto carne, ha dato pienezza al tempo del mondo e alla storia umana”. La prima persona che sperimenta “questo senso della pienezza donata dalla presenza di Gesù” è stata Maria, “la Madre del Figlio incarnato”. Poi aggiunge: “Attraverso di lei, per così dire, è sgorgata la pienezza del tempo: attraverso il suo cuore umile e pieno di fede, attraverso la sua carne tutta impregnata di Spirito Santo”. La Chiesa, fa notare il Santo Padre, dalla Vergine Maria “ha ereditato e continuamente eredita questa percezione interiore della pienezza, che alimenta un senso di gratitudine, come unica risposta umana degna del dono immenso di Dio”. Una gratitudine che il Papa definisce “struggente, che, partendo dalla contemplazione di quel Bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia, si estende a tutto e a tutti, al mondo intero”. E aggiunge: E’ un 'grazie' che riflette la Grazia; non viene da noi, ma da Lui; non viene dall’io, ma da Dio, e coinvolge l’io e il noi“. Ed è in questa “atmosfera creata dallo Spirito Santo, noi eleviamo a Dio il rendimento di grazie per l’anno che volge al termine, riconoscendo che tutto il bene è dono suo“.

Il “grazie” ai cittadini di Roma

Il Pontefice rivolge poi un “grazie” speciale a “tutte quelle persone che ogni giorno contribuiscono con piccoli ma preziosi gesti concreti al bene di Roma”. Fa riferimento a tutti quelli che “cercano di compiere al meglio il loro dovere, si muovono nel traffico con criterio e prudenza, rispettano i luoghi pubblici e segnalano le cose che non vanno, stanno attenti alle persone anziane o in difficoltà”. Questi comportamente, sottolinea, “esprimono concretamente l’amore per la città. Senza discorsi, senza pubblicità, ma con uno stile di educazione civica praticata nel quotidiano. E così cooperano silenziosamente al bene comune”.

Artigiani del bene comune

Il Papa esprime poi stima “per i genitori, gli insegnanti e tutti gli educatori che, con questo medesimo stile, cercano di formare i bambini e i ragazzi al senso civico, a un’etica della responsabilità, educandoli a sentirsi parte, a prendersi cura, a interessarsi della realtà che li circonda”. Queste persone, conclude il Papa, “sono la maggior parte della gente che vive a Roma. E tra di loro non poche si trovano in condizioni di strettezze economiche; eppure non si piangono addosso, né covano risentimenti e rancori, ma si sforzano di fare ogni giorno la loro parte per migliorare un po’ le cose”. E aggiunge: “Oggi, nel rendimento di grazie a Dio, vi invito ad esprimere anche la riconoscenza per tutti questi artigiani del bene comune, che amano la loro città non a parole ma con i fatti”.

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In preghiera davanti al presepe

Al termine della celebrazione, Papa Francesco raggiunge in piazza San Pietro per la tradizionale preghiera davanti al presepe, allestito ai piedi dell'obelisco. Il Pontefice saluta i fedeli, stringe mani, bacia e benedice i bambini. Quindi l'orazione silenziosa davanti all'icona del bambinello, mentre la banda delle Guardie Svizzere esegue tipici canti natalizi.

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