Forza e femminilitร . Sarebbe questo il significato dei fiori della mimosa e per questo motivo sarebbero stati eletti come simbolo della Festa della Donna. Una sorta di omaggio a tutte le donne: la mimosa infatti รจ capace di fiorire anche nei terreni piรน difficili, associata alla capacitร del genere femminile di rialzarsi dopo ogni difficoltร . E cosรฌ, nei giorni che precedono lโ8 marzo, vediamo intere vetrine sbocciare in un tripudio di giallo: rametti, composizioni, il tutto abbellito da uno stuolo di nastrini luccicanti, accompagnati da rose rosse, orchidee e le carte piรน glitterate e luccicanti. Un giro di affari che non ha nulla a che vedere con le problematiche e le difficoltร che ogni donna ogni giorno deve affrontare.
Imparare dalle donne
Molto spesso relegate ai margini, sfruttate, schiavizzate, ci si ricorda delle donne solo in occasione di grandi eventi o di grandi feste. Ma una donna รจ tale 365 giorni lโanno. Donne virtuose, da prendere come esempio, da esaltare non solo per la loro bellezza ma soprattutto per la loro forza dโanimo, il coraggio, la capacitร di non rinunciare ai loro principi ma di portare avanti le loro idee. Delle testimonianze di fede, amore per il prossimo, voglia di lottare e vivere intensamente la loro vita.
La forza della fede
Ne รจ un esempio suor Ann Nu Thawng, una religiosa delle missionarie di San Francesco Saverio di Myitkyina, dello stato del Kachin, in Myanmar. La sua foto ha fatto il giro del mondo dopo che il presidente della conferenza dei vescovi cattolici birmani, Charles Bo, lโha postata su Twitter. Una piccola suora, che โarmataโ della sua fede e dellโabito che indossa, non ha avuto nessun timore di inginocchiarsi, sullโasfalto, davanti ai militari in tenuta antisommossa per chiedere che non venisse aperto il fuoco sui manifestanti. Un gesto coraggioso, fatto in nome dellโamore per il prossimo, che testimonia quella Chiesa in uscita che Papa Francesco ha sempre e fortemente voluto e auspicato. Unโimmagine di una forza prorompente: quelle mani giunte in segno di preghiera e le lacrime agli occhi della religiosa sono state capaci fermare anche il piรน duro dei militari, trasformando la suora cattolica in un simbolo contro le violenze esplose in Myanmar.
Una luce nellโinferno dei lager nazista
Non si combatte contro la violenza e la crudeltร solo al giorno dโoggi. Cโรจ chi ha fatto della sua vita e dei suoi talenti un modo per non far dimenticare gli orrori del passato. Edith Bruck, classe 1931, nasce in un piccolo villaggio ungherese, ultima di sei figli di una famiglia ebrea. Nellโaprile del 1944 insieme ai genitori e a due fratelli viene deportata in un ghetto e poi nei lager di Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen. Dal teatro al cinema, dalla televisione al giornalismo, sono molti gli ambiti in cui Edith Bruck ha lavorato. Ma soprattutto si รจ impegnata a testimoniare la drammatica esperienza dei lager. In unโintervista allโOsservatore Romano la donna ha spiegato che โricordare รจ una sofferenza, ma non mi sono mai sottratta. Anche illuminare una sola coscienza vale la fatica e il dolore di tenere vivo il ricordo di quello che รจ stato. Per me la memoria รจ vivere e la scrittura รจ respirareโ.
Dopo aver letto la sua intervista, Papa Francesco ha deciso di farle visita e, come comunicato dal direttore della Sala Stampa Vaticana, Matteo Bruni, insieme hanno ripercorso i โmomenti di luce di cui รจ stata costellata lโesperienza dei lagerโ. Il Pontefice ha voluto incontrare la Bruck per ringraziarla per la sua testimonianza e per โrendere omaggio al popolo martire della pazzia del populismo nazista e con sinceritร le ripeto le parole che ho pronunciato dal cuore allo Yad Vashem e che ripeto davanti ad ogni persona che come lei ha sofferto tanto a causa di questo: perdono, Signore, a nome dellโumanitร โ.
Una vita dedicata a testimoniare lโorrore vissuto sulla propria pelle, tenendo fede a quella promessa fatta, molti anni prima a due sconosciuti, incontrati nel lager di Bergen-Belsen, come ha spiegato allโOsservatore Romano: โRacconta, non ti crederanno, ma se tu sopravvivi racconta anche per noiโ.
Lottare per la vita
Se cโรจ chi ancora non si arrende e lotta contro gli orrori del passato e fa sรฌ che la memoria rimanga viva perchรฉ lโumanitร non debba piรน assistere a massacri di innocenti, cโรจ anche chi da oltre un anno lotta nelle corsie degli ospedali. Li abbiamo visti mentre si abbracciano disperati, stremati da turni massacranti dentro a tute che non lasciano passare un filo di aria, bardati come se dovessero andare in guerra, che si addormentano sopra la tastiera del loro computer perchรฉ il loro corpo chiede un attimo di riposo. Ma cโรจ una foto, che da un profilo Instagram รจ rimbalzata in tutto il mondo, accendendo un faro su una professione a cui spesso non viene riconosciuto il merito che gli spetta.
Davanti a uno specchio, mostra gli occhi gonfi per la fatica e i lividi causati dalla mascherina che le segnano il giovane volto. Un selfie scattato a fine turno che ha fatto conoscere allโItalia intera โ forse anche al di fuori dei confini nazionali โ Alessia Bonari, lโinfermiera diventata simbolo della lotta al Covid-19.
โSono unโinfermiera e in questo momento mi trovo ad affrontare questa emergenza sanitaria. Ho paura anche io, ma non di andare a fare la spesa, ho paura di andare al lavoro. Ho paura perchรฉ la mascherina potrebbe non aderire bene al viso, o potrei essermi toccata accidentalmente con i guanti sporchi, o magari le lenti non mi coprono del tutto gli occhi e qualcosa potrebbe essere passato โ scriveva il 9 marzo 2020, allโinizio dellโemergenza Covid-19 in Italia, sul suo profilo Instagram -. Sono stanca fisicamente perchรฉ i dispositivi di protezione fanno male, il camice fa sudare e una volta vestita non posso piรน andare in bagno o bere per sei oreโ.
โContinuerรฒ a curare e prendermi cura dei miei pazienti, perchรฉ sono fiera e innamorata del mio lavoro. Quello che chiedo a chiunque stia leggendo questo post รจ di non vanificare lo sforzo che stiamo facendo, di essere altruisti, di stare in casa e cosรฌ proteggere chi รจ piรน fragile. Noi giovani non siamo immuni al Coronavirus, anche noi ci possiamo ammalare, o peggio ancora possiamo far ammalare. Non mi posso permettere il lusso di tornarmene a casa mia in quarantena, devo andare al lavoro e fare la mia parte. Voi fate la vostra, ve lo chiedo per favoreโ.
La giovane infermiera รจ stata giร presente sul red Carpet del Festival del Cinema di Venezia nel settembre del 2020, quando era stata insignita del premio di โDiva e donnaโ. Questโanno Amadeus lโha voluta al suo fianco sul palco del Festival di Sanremo dove ha raccontato la sua esperienza in prima linea nella lotta contro il Coronavirus.
Elegantissima, in un vestito che la faceva sembrare una principessa, non ha voluto rinunciare allโoccasione di lanciare un messaggio. Dal palco dellโAriston, infatti, Alessia ha voluto ribadire che la lotta al Coronavirus non รจ ancora finita e ha rivolto un appello a tutti gli italiani: indossare la mascherina. Dopo la kermesse canora di Sanremo, la giovane donna ha giร riposto nellโarmadio lโabito elegante e ha indossato la sua uniforme da infermiera. Inoltre, ha fatto sapere che devolverร il suo compenso per le cure ai malati terminali, destinandolo ad unโassociazione di Grosseto, sua cittร natale.
Un gesto che fa onore alla giovane infermiera che, insieme ai suoi colleghi, bardata dal capo ai piedi, con il volto radioso nascosto da una mascherina, รจ tornata nelle corsie del suo ospedale per continuare la lotta contro il Coronavirus, con coraggio, ogni giorno.
La scrittura come trampolino per rinascere
E di coraggio ne sa qualcosa anche la giovane scrittrice argentina Veronica Cantero Burroni. โNon posso non sorridere quando penso al senso di umorismo di Dio che non mi permette di correre con le mie gambe, ma ha fatto sรฌ che la mia immaginazione fosse senza limitiโ, ha dichiarato in unโintervista in esclusiva a Interris.it. Originaria di Campana, nella provincia di Buenos Aires, Veronica ha 18 anni e ha pubblicato il suo primo libro quando ne aveva solo sette.
A causa dei suoi problemi fisici ha dovuto subire molti interventi chirurgici che, seppur la limitano fisicamente, non le hanno impedito di sviluppare quella che lei definisce la sua vocazione: la scrittura. Eโ autrice del libro โIl ladro di ombreโ che nel 2016 le ha fatto vincere il premio โElsa Morante Ragazziโ.
Nonostante le difficoltร quotidiane, Veronica non vacilla nella fede: โI miei amici e la mia famiglia, sempre mi ricordano che Dio non permette che le cose accadano per nulla e che se la sua volontร รจ quella di avermi su una sedia a rotelle, significa che lui ha un piano ancora piรน grande per me di quello che ho pensato io per me stessaโ.
Nel 2016 ha avuto la possibilitร , inaspettatamente, di incontrare Papa Francesco, al termine di unโudienza del mercoledรฌ. Gli ha regalato il suo libro e nella dedica lo ha ringraziato per le sue parole che le hanno tolto โla paura di sognare grandi cose e mi hanno ridato fiducia in Dioโ.
Un esempio di coraggio e grande fede in Dio. Con la sua vita Veronica testimonia con forza che รจ la disabilitร fisica non รจ sempre un limite. โQuando avevo dieci anni ho iniziato a chiedere a Dio: โCosa vuoi fare con me?โ Anche se si รจ fatta aspettare, la sua risposta รจ stata quella di farmi scoprire scrittrice: รจ una vera vocazione. Dio mi ha detto: โIo ti dรฒ questo dono, per dimostrare agli altri che in ogni circostanza tutto รจ possibileโ. Anche se molte volte continua ad essere una sfida, da quando ho capito il senso della mia condizione, guardo la mia croce con gioiaโ.
Non basta una mimosa
Giovani, anziane, sposate, laiche, consacrate. Ogni donna racchiude in sรฉ un potenziale enorme che aspetta un raggio di sole per sbocciare. Non ci si puรฒ ricordare dellโaltra metร del cielo solo un giorno allโanno. Non รจ il ricevere in regalo una mimosa, dei cioccolatini o belle frasi che fanno la differenza. Si deve tornare al nocciolo della questione per poter riscoprire il vero valore di ogni donna, la sua bellezza sia fisica sia interiore, nel suo ruolo di mamma, di insegnante, di infermiera, di suora, di scrittrice o manager che sia. Pensare di risolvere i problemi e le disuguaglianze con un rametto di mimosa รจ solo unโillusione.