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Funerali don Claudiano Strazzari: l’omelia integrale del card. De Donatis

L'omelia integrale pronunciata dal cardinale De Donatis in occasione delle esequie di don Claudiano Strazzari

“Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis, il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma annunciano che venerdì 15 marzo è entrato nella luce della Resurrezione il Rev.do Mons. Claudiano Strazzari di anni 83 Canonico della Basilica papale del Santissimo Salvatore e Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano dal 2017”.

Così la Diocesi di Roma ha annunciato la morte di Don Claudiano Strazzari, sacerdote della Diocesi di Roma che per trent’anni ha svolto il suo ministero come formatore del Collegio Diocesano Missionario Redemptoris Mater di Roma. Nato il 21 ottobre 1940 a Pianezze, provincia di Vicenza, Claudiano arrivò a Roma come giovane seminarista negli anni sessanta. Completati gli studi teologici venne ordinato sacerdote il 14 marzo 1965 e prestò servizio nella Diocesi come viceparroco nelle periferie romane di Pietralata e Tor Marancia. Negli anni settanta, anni immediatamente successivi al Concilio Vaticano II, ebbe modo di conoscere l’esperienza del Cammino Neocatecumenale entrando in stretto contatto con i suoi iniziatori: Kiko Argüello e Carmen Hernández. Contribuì alla nascita e allo sviluppo del Cammino a Roma, per poi offrire la sua disponibilità per partire in missione.

Nel 1972 partì per la missione in Austria e Germania dell’Est dove portò l’esperienza del Cammino e accompagnò le prime famiglie in Missione. Fu inoltre catechista in Polonia, in Veneto e nelle Marche. Nel 1987 fu richiamato a Roma per far parte del primo nucleo di formatori del Seminario Diocesano Missionario Redemptoris Mater eretto (il 14 febbraio 1988) dagli iniziatori del Cammino per volontà di papa Giovanni Paolo II e del vescovo Vicario mons. Ugo Poletti. Claudiano ricoprì il ruolo di vicerettore mentre come rettore fu nominato mons. Giulio Salimei. Nel 1998, Claudiano venne nominato Rettore, incarico che ricoprì per fino al 2018. In questi anni ha contribuito alla formazione di circa 300 sacerdoti che oggi svolgono la loro missione nella Diocesi di Roma, come formatori in altri seminari Redemptoris Mater del mondo o in altri luoghi di missione. È stato inoltre padre spirituale e confessore in diversi monasteri di clausura.

I funerali

La Messa esequiale è stata celebrata il 19 di marzo, solennità di San Giuseppe, e presieduta dal cardinale Vicario Angelo De Donatis. Hanno concelebrato, assieme a 250 presbiteri, i cardinali Beniamino Stella – già compagno di seminario di don Claudiano – ed Enrico Feroci. Con loro i vescovi ausiliari della Diocesi di Roma. Presenti circa settecento fedeli, la maggior parte del Cammino. In modo particolare i fedeli della parrocchia di San Leonardo Murialdo dove Claudiano aveva la sua comunità di fratelli nella fede con i quali ha camminato per 53 anni; fratelli che lo hanno accompagnato fino ai suoi ultimi giorni e che, dopo l’omelia, si sono stretti attorno al feretro per cantare il Credo.

Alla fine della celebrazione il saluto di don Francesco Donega, attuale rettore del Seminario Redemptoris Mater: «Per Claudiano la nascita del seminario Redemptoris Mater a Roma è stato un vero miracolo. Oggi il Signore sta invitando noi a continuare ad accogliere e difendere questo miracolo». Un messaggio speciale per chi lo ha preceduto: «Adesso che ti stai preparando ad entrare alla presenza del Padre (…), quando sei lì, riposati un po’, ma comincia presto a pregare per tutti noi, che possiamo essere fedeli a questa opera che il Signore ha voluto compiere e che si è compiuta anche attraverso di te».

L’omelia integrale del card. De Donatis

“Cari fratelli e sorelle, porto a tutti il saluto la benedizione di Papa Francesco. Lo sentiamo vicino in questa celebrazione ricordando anche i suoi undici anni come Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale. Come san Giuseppe: sposo e padre. È una grazia immensa che la vita di don Claudiano venga sigillata da Dio proprio nella solennità di San Giuseppe, padre putativo del Signore Gesù, sposo castissimo della Vergine Maria. Padre e sposo. Questa è stata anche la missione di don Claudiano: padre e sposo. Padre di tanti giovani, padre di tantissimi presbiteri che oggi gli fanno da corona, che gli sono stati vicino in questi ultimi giorni anche di forte sofferenza che ha vissuto, come è stata vicino in questi mesi, in questi anni, Pia. Quindi Padre. E poi sposo della Chiesa, che ha amato sempre, dovunque, con tutto se stesso. ‘Senza mai chiedere e senza mai rifiutare’, come amava ripetere. Questa è una frase direi classica, anche per chi ha ricevuto una certa formazione, almeno l’ho sentita dire da più preti di quel periodo, compagni anche di Don Claudiano. Come san Giuseppe anche don Claudiano, nel corso della sua lunga vita, ha ascoltato tante volte l’annuncio dell’angelo che gli diceva: ‘Non temere di prendere con te la tua sposa’. Accolse questa Parola la prima volta da bambino quando sentì la vocazione missionaria. Poi ancora quando giunse la chiamata a venire a studiare qui a Roma come alunno del Seminario Romano, negli anni del Concilio, in cui si attendeva un vero rinnovamento per la Chiesa e per l’umanità. E dopo l’ordinazione presbiterale ci furono le prime esperienze pastorali nelle parrocchie della periferia romana, proprio negli anni in cui il tentativo di realizzare il Concilio dava una forma nuova alla vita della Chiesa e in cui, non si rado, gli entusiasmi iniziali venivano sostituiti dalla critica amara e dalla contestazione”.

L’incontro con il Cammino Neocatecumenale

“Anche in quegli anni difficili ma bellissimi, don Claudiano sentì la voce dell’angelo che invitava a non respingere la sua Sposa ma a continuare ad amarla. A questo periodo infatti risale l’incontro con il Cammino Neocatecumenale, una vera svolta per la vita di don Claudiano. Come spesso raccontava, ascoltare le catechesi furono per lui un respiro, una liberazione, un’esplosione di gioia. Poter sperimentare infatti che il desiderio di genuinità e di rinnovamento della sua generazione non era destinato a rimanere inappagato ma poteva prendere la forma di una comunità di fratelli che, riscoprendo la grazia del battesimo, imparavano ad amarsi in una dimensione profonda, nuova. Quindi il rinnovamento della Chiesa non era solo una pia illusione, un artificio teologico, ma poteva veramente realizzarsi. A questa nuova realtà Claudiano, ancora una volta, volle donare tutto se stesso. E per questo già nel 1972 partì come presbitero itinerante in Germania e nei paesi comunisti. In questa nuova missione, soprattutto durante i lunghi viaggi dietro la cortina di ferro, ancora una volta si appoggiò alla promessa dell’angelo: ‘Non temere’. Il contatto quotidiano con sistemi oppressivi e soprattutto l’esperienza della forza distruttiva del peccato gli fecero sperimentare la bellezza della libertà che Cristo ci ha regalato. Questo gusto per la libertà è una delle cifre più profonde del suo essere, e la caratteristica fondamentale della sua paternità. Nelle orecchie e nel cuore di chi lo ha conosciuto risuona, col suo timbro inconfondibile, la frase che ripeteva sempre: ‘Ricordati, sei libero’. Inoltre, sempre in quegli anni, crebbe in lui la passione per la Parola di Dio, che scrutava con passione ogni giorno. Scoprì e insegnò che solo la Parola è grado di trasformare il cuore dell’uomo. Solo la Parola può riempire ogni vuoto, colmare ogni solitudine. E questo lo ha sperimentato fino all’ultimo istante della sua vita.

Apertura e guida del Seminario Redemptoris Mater

Dopo alcuni anni, una nuova chiamata: tornare a Roma per aprire il Seminario Redemptoris Mater. L’ispirazione di Kiko e Carmen, la volontà di Giovanni Paolo II, il coraggio del cardinal Poletti, richiedevano la collaborazione di don Claudiano. E ancora una volta obbedì. Per trent’anni si dedicò completamente al seminario. Prima affiancando Mons Salimei e poi dal 1998 al 2018 come rettore. In più occasioni ho avuto modo di dire che gli siamo tanto debitori perché il Signore si è servito del suo ministero per preparare tanti, tanti presbiteri per la nostra diocesi di Roma e per il mondo. Tanti. Non possiamo non pensare a tutto questo con grande gratitudine. Non posso pensare alla nostra Diocesi senza essere grato per questo dono immenso. Il ministero di don Claudiano si è consumato per questo. La sua porta sempre aperta, notte e giorno, il suo amore per la liturgia, per la Parola, la sua capacità di discernimento. Ecco, senza il suo cuore di padre, che esercitava l’autorità in maniera decisa ma paziente, con misericordia e sano realismo, sempre illuminato dalla speranza, ecco tutto questo ha contribuito a fare sì che questo dono di tanti presbiteri oggi fosse qui toccato con mano da tutti noi, come Chiesa”.

“Non temere di prendere con te tua Sposa”

La celebrazione di oggi e l’esempio della vita di don Claudiano costituiscono l’occasione di ascoltare per tutti noi, come se fosse la prima volta, l’annuncio dell’Angelo ‘Non temere di prendere con te la tua sposa’. Non temere di amare, non temere di amare con tutto il cuore. Non temere di amare la realtà in cui Dio ti ha messo. Non cercare facili scappatoie che ti svuotano e ti lasciano solo. Non fuggire di fronte alla sofferenza e alla responsabilità. Soprattutto a tutti voi, miei cari presbiteri, figli di don Claudiano, vorrei dire con grande convinzione: non temere di amare la Chiesa sempre, di amarla. Non temete di servire la Chiesa, a Roma e nel mondo intero, con intelligenza, con passione. Non temete di amare la vostra comunità, non stancatevi di tornare ad essa. Non ritiratevi mai indietro quando si tratta di offrire il pane buono della Parola e dei Sacramenti”.

“Stare davanti a Dio per servirlo”

“Il giorno dell’apertura del Concilio Vaticano II Claudiano era un giovane seminarista che prestava servizio nella liturgia papale portando la croce processionale. Pensate alla grande emozione che deve aver provato guidando l’interminabile fila di vescovi che inauguravano una stagione nuova nella storia della Chiesa. Anche oggi don Claudiano ci precede; varca la porta del cielo indicandoci che la realtà più decisiva della vita è stare davanti a Dio per servirlo. Ma oggi egli ci invita a guardare Cristo e confidare nella sua Grazia che fa nuove tutte le cose. E allora: prega per tutti noi caro don Claudiano. Noi preghiamo per te e ti siamo tanto, tanto grati. E a Maria, che tu hai invocato come Salus Popoli Romani, come Madre della fiducia, come Madre del Redentore, ti affidiamo in questo momento per il tuo viaggio. Amen”.

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