Dopo la visita di del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Locri, dove si sta svolgendo la manifestazione nazionale della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, una scritta che recita “più lavoro meno sbirri” e “don Ciotti sbirro”, sono comparse la notte scorsa sul palazzo della Curia di Locri, dove risiede il vescovo, mons. Francesco Oliva, e che in questi giorni ospita anche don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Entrambe le frasi sono state subito cancellate dagli operai del Comune. Il presidente Mattarella aveva lanciato un duro monito contro le mafie affermando, tra l’altro, che i mafiosi “non hanno onore”.
Una strategia della ‘ndrangheta
“Queste scritte rientrano nella strategia della ‘ndrangheta che dice meno sbirri e più lavoro, ma è quella che fa fuggire le imprese che il lavoro lo danno”. Così il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, ha commentato le scritte apparse sul Vescovado di Locri. “Proprio una settimana fa – ha aggiunto – un’impresa non calabrese che lavorava all’archivio della Corte d’appello, ha abbandonato tutto ed è fuggita per le intimidazioni. Allora smettiamola di raccontare storie e cominciamo a denunciare per far sì che la ‘ndrangheta smetta di ostacolare lo sviluppo in maniera ignorante. E ignorante è chi interpreta queste scritte come una verità e non come un’enorme truffa della ‘ndrangheta. I carabinieri hanno già avviato le indagini e tenteremo di capire, anche attraverso le presenze nell’area della manifestazione, quale sia la migliore lettura ed a quale cosca vada attribuito il gesto. E’ tipico della ‘ndrangheta criticare le migliori iniziative, come quella di questi giorni, che collegano la Calabria al resto d’Italia”.
L’appello di Mattarella
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nello stadio di Locri domenica ha incontrato i familiari delle vittime innocenti delle mafie nell’ambito della XXII Giornata della memoria e dell’impegno organizzata da Libera. Il suo è stato un forte richiamo all’antimafia: “Bisogna prosciugare le paludi dell’arbitrio della corruzione, dove la mafia prospera, dice il capo dello Stato, sottolineando che i mafiosi non hanno senso dell’onore o del coraggio. E la lotta alla mafia deve riguardare tutti quanti, nessuno può pensare di chiamarsene fuori. Un messaggio anche al mondo politico: deve essere impermeabile alle infiltrazioni e alle pressioni mafiose. Ed ogni zona grigia va azzerata”, ammonisce Mattarella. Nel corso della cerimonia sono stati letti gli oltre 950 nomi di vittime innocenti delle mafie. Il Capo dello Stato era accompagnato dal Ministro dell’Interno, Marco Minniti, e dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi.
Il “no” della Chiesa calabrese alla mafia
“Come Chiese di Calabria abbiamo accolto l’invito di Papa Francesco ad essere fermento di una società animata dal Vangelo che s’impegna quotidianamente nella lotta alla ‘ndrangheta e nella formazione ai valori della legalità, della solidarietà e della partecipazione civile”. Così il vescovo della diocesi di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, è intervenuto nell’ambito della Giornata della memoria e dell’impegno organizzato da Libera. “Questa terra, Presidente – ha aggiunto il presule – guarda a Lei con fiducia. Vede in Lei la presenza dello Stato e delle istituzioni, dalle quali si attende sempre maggiore attenzione. Con Lei oggi diciamo no alle mafie e a tutte le forme di associazione criminale. Diciamo no alla ‘ndrangheta, che, insieme alla corruzione, rappresenta una delle cause più gravi della crisi sociale del nostro tempo. Siamo certi che le mafie possono essere sconfitte. Dipende dall’impegno di tutti e di ciascuno. Questa terra – ha detto ancora mons. Oliva – guarda avanti e vuole lasciare alle spalle un passato triste d’ingiustizie, macchiato dal sangue versato da faide che hanno seminato morte e disperazione. Non vogliamo più morti e sangue innocente! La nostra terra nutre il sogno di divenire ‘terra di speranza e luogo di bellezza’ e sa di doversi impegnare nel purificare se stessa da ogni deriva mafiosa”.