Nomina arrivata in diretta nazionale per Domenico Arcuri, al quale il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha conferito il ruolo di commissario per l’emergenza sanitaria alla quale la ormai pandemia di coronavirus ha costretto l’Italia. Calabrese di nascita, amministratore delegato di Invitalia, a lui il delicatissimo compito di gestire la fase più critica della crisi da Covid-19, probabilmente la più grave per il nostro Paese negli ultimi anni, messo alla prova in modo ben più impegnativo di qualsiasi crisi politica passata. Sarà quindi un uomo del Meridione a tenere le redini dell’imponente macchina dell’emergenza, in una fase in cui l’Italia è ferma per la maggior parte dei servizi, eccetto quelli primari, e con la stragrande maggioranza degli italiani costretti ad affrontare una fase estremamente delicata con profonda incidenza sulla sfera della quotidianità.
Bonifica all’ex Italsider
Nativo di Melito di Porto Salvo, nel Reggino, Arcuri svolge un ruolo cruciale nei territori di Bagnoli, a Napoli, come ad della società che gestisce le opere di bonifica, Invitalia, controllata dal Ministero dell’Economia. L’impresa più grande in Italia in questo senso, visto che va a interessare l’area dell’ex Italsider alle porte di Napoli, città alla quale Arcuri è particolarmente legato sia dal suo ruolo amministrativo da ormai 13 anni in Invitalia, sia dal suo passato alla Scuola militare della Nunziatella.
Tra pubblico e privato
Uomo di profonda conoscenza del Sud Italia, alla guida da ad dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa ha promosso opere di rilancio nelle aree di crisi, soprattutto nella zona di Termini Imerese, in Sicilia, sottoposta a un importante processo di reindustrializzazione. A Bagnoli la più rilevante operazione in questo senso, con un’imponente opera di bonifica in un’area al centro di un progressivo processo di ri-ottimizzazione. Da uomo di economia (laurea conseguita alla Luiss di Roma) ha svolto ruolo di consulenza per ben otto esecutivi, dal governo Prodi (2007) al Conte II, periodo quest’ultimo in cui gli viene rinnovata per la quinta volta la fiducia al vertice di Invitalia. Ed è stato lo stesso Conte a concedergli l’onere, sulla base di un curriculum di tutto rispetto fra pubblico e privato, di tenere la barra in fase di navigazione emergenziale, probabilmente anche in virtù dei numerosi “dossier meridionali” aperti in questo momento, a partire dalla questione dell’ex Ilva.