Approvato in Consiglio dei ministri il disegno di legge delega sul fisco, senza la partecipazione della Lega. “La spiegherà – ha detto in merito il presidente del Consiglio Mario Draghi in conferenza stampa con il ministro dell’Economia Daniele Franco – l’onorevole Salvini oggi o domani. Ma gli scambi avvenuti in cabina regia e nelle conversazioni avevano dato sufficienti elementi per valutare la legge delega”. “Non voto la Delega fiscale perché non contiene quello che era negli accordi. I ministri della Lega non possono averla in mano alle 13.30 per una riunione alle 14”, aveva dichiarato il segretario della Lega Matteo Salvini.
“La sostanza”
“La sostanza del Consiglio dei ministri di oggi è stata la discussione e l’approvazione della delega fiscale. Vorrei puntulizzare che la legge è una legge delega e quindi è una legge generale che poi andrà riempita da contenuti con un ulteriore momento di confronto“, ha detto il capo dell’esecutivo, spiegando anche che quella contenuta – tra le varie questioni – “non è revisione del catasto ma una riformulazione”.
“Il governo si impegna ad accatastare tutto quello che non è accatastato, terreni, abitazioni, e procede a una revisione delle rendite catastali adeguandole alle rendite di mercato. A parte che ci voglio cinque anni, ma il governo si impegna che nessuno pagherà di più o di meno, le rendite restano invariate”, ha aggiunto Draghi.
I contenuti
E’ toccato poi al titolare del dicastero dell’Economia prendere la parola. “Il nostro sistema fiscale è stato disegnato nei primi anni ’70, dopodiché ci sono state molteplici innovazioni, ma il disegno va aggiornato“. “Il Parlamento nella prima parte dell’anno ha svolto un grandissimo lavoro di indagine e ricognizione, coagulato in un documento di sintesi che è il punto di partenza di questa delega”, spiegato Franco.
Il ministro dell’Economia ha toccato il “problema non nuovo in Italia” del “contrasto all’evasione e all’elusione fiscale“. “Il contenimento è misura necessaria per ridurre le aliquote e avere una distribuzione del carico più favorevole alla crescita economica”, ha detto.
Franco ha proseguito: “L’Imu relativa ad immobili ad uso produttivo, che ora in parte considerevole affluisce allo Stato, si prevede che in futuro in modo graduale affluisca ai Comuni. Quindi l’idea è che tutta l’Imu in futuro affluisca agli enti locali“. Il ministro ha parlato anche della riduzione del “cuneo fiscale sul lavoro che in Italia è relativamente elevato, per un lavoratore di reddito medio è di cinque punti superiore a quello della media europea” e del “graduale superamento dell’Imposta Regionale sulle Attività Produttive”, l’Irap, garantendo “in ogni caso il finanziamento del fabbisogno sanitario.