Dimenticate i pesanti tomi di scuola: adesso i grandi poeti della letteratura italiana si studiano su Instagram. Succede all'Istituto tecnico commerciale “Spagna” di Spoleto, dove la professoressa Nicoletta Barulli, docente di italiano e storia, ha coinvolto 34 alunni in un progetto didattico che prevede l'utilizzo di uno dei social più amati dai giovani.
“Il muro dei versi”
“L'idea di aprire l'account 'Il muro dei versi' nasce da un mio personale stato di insoddisfazione – racconta la docente -. Alla fine del primo quadrimestre, al momento di valutare il percorso degli studenti, ho capito che non eravamo sulla strada giusta, anche se i ragazzi mi seguivano perché sono tutti molto bravi e disciplinati. Avvertivo però la netta sensazione che ciò che gli stavo proponendo non li appassionava per nulla. Da qui l'idea di mettermi in gioco e calarmi verso un modo nuovo di raccontare la mia materia”. L'idea arriva dopo 20 anni di insegnamento continuato sempre allo Spagna e una fama di prof esigente: “Se faccio usare Instagram per apprendere meglio i poeti non significa che sono diventata meno esigente, anzi, forse lo sono ancor di più“.
Sulle note dei repper
Spiega poi come il social più usato al mondo sia entrato a far parte della sua didattica. “Tutto è iniziato con una canzone di Caparezza, 'Argenti vive'. L'ho messa in riferimento all'ottavo Canto di Dante, poi ho suggerito agli alunni di accostare Fabri Fibra a Petrarca e loro si sono illuminati”. Dunque, come riporta l'Ansa, il lavoro consiste nell'abbinare i versi di una poesia a testi delle canzoni di oggi. Una volta trovato gli alunni lo postano su Instagram tutte le sere alle 20:00, tranne la domenica. Inizialmente tutto questo avveniva in classe, mentre “adesso gli alunni lo fanno in completa autonomia a casa, mettendoci un entusiasmo e una tale energia che dopo soltanto un mese sto già vedendo i primi risultati in termini di apprendimento“, racconta la professoressa.
Un uso “corretto” dei social
Secondo la Barulli, “l'uso corretto dei social debba sempre più prendere piede dentro la scuola italiana”. “Fanno parte – aggiunge – della nostra vita e in particolare di quella dei giovani, usarli a scopi didattici stimolerà gli alunni e li porterà a migliorare i loro livelli di apprendimento. Molti dei miei colleghi non la pensano così, ma sono certa che si ricrederanno”. Ma la prof ha anche un'altra certezza: “Io brava come i miei ragazzi nell'usare internet e i social non ci diventerò mai, anzi, adesso mi devo far aiutare ad aprire anche un profilo Facebook“.