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Gran Bretagna: servizio shock della BBC sul sitema sanitario nazionale

Secondo l'emittente pubblica, i tagli decennali e l'inefficienza avrebbero contribuito alla morte dei 100 operatori sanitari. La denuncia del figlio di un medico

Tutti i Paesi europei si affacciano alla fase due, quella caratterizzata da una graduale riapertura e dalla convivenza con il Coronavirus. E si fanno sempre più numerose le inchieste sulla mancanza di preparazione dei sistemi sanitari per l’emergenza da Covid-19. Anche in Gran Bretagna, l’emittente televisiva pubblica BBC presenta il quadro di un National Health Service in difficoltà da anni.

La situazione

Una carenza strutturale di mascherine, visiere, camici – in un servizio sanitario nazionale (Nhs) falcidiato da un decennio e oltre di tagli – cui i governanti dell’attuale compagine di Boris Johnson (e quelli precedenti) non sono stati capaci di rimediare malgrado i tanti allarmi risuonati ancor prima dell’emergenza coronavirus. C’è probabilmente anche questo, dietro le decine di morti di medici, infermieri e altri dipendenti dei servizi essenziali britannici registrate nel Regno Unito.

Il servizio della BBC

Nella giornata in cui sull’isola è stato osservato un minuto di silenzio in memoria dei quasi 100 operatori sanitari periti finora per il virus, la Bbc pubblica un’inchiesta giornalistica shock sulla persistente mancanza di Dpi (dispositivi di protezione individuale) sperimentata nelle corsie ospedaliere d’oltremanica. Una carenza – ha denunciato l’emittente pubblica – che affonda le sue radici nel passato. A partire dal 2009, quando furono predisposte scorte di 33 milioni di kit protettivi destinati a fronteggiare le più diverse emergenze sanitarie. Ridotte tuttavia in 10 anni a 12 milioni.

Negli anni, niente è cambiato

Nonostante i ripetuti e costanti avvertimenti, rivolti ai vari governi in carica dal mondo sanitario e dagli organi di controllo, il Regno non avrebbe provveduto a colmare questa lacuna per tempo, è l’accusa. Ignorando, sottovalutando o insabbiando campanelli d’allarme come quello squillato al termine della simulazione Exercise Cygnus, un’esercitazione svoltasi nel 2016 per misurare l’efficacia della risposta proprio a un’ipotetica grande epidemia virale. Efficacia, minata dalla decimazione degli stock e dalla difficoltà a rifornirsi. Negli ospedali britannici non mancherebbero del resto solo i dispositivi di protezione individuale, ma anche tamponi per i test o sacche di plastica per i cadaveri.

L’inefficienza e proteste

Il segno di un’approssimazione organizzativa, di una scarsità di risorse negata ufficialmente fino alle prime settimane della pandemia (a dispetto degli sforzi rivendicati ora dal governo) dalle conseguenze tragiche, secondo l’emittente. Ciò, ha spinto un giovane figlio di un medico morto di Covid-19, dopo aver denunciato in prima persona la mancanza di protezioni, a chiedere le scuse dell’esecutivo. “La gente – ha detto Intisar Chowdhury, 18 anni – non si aspetta dal governo una gestione perfetta. Ma almeno che vengano pubblicamente riconosciuti gli errori commessi”.

I numeri del Coronavirus e la risposta del governo

Nel Regno Unito altri 360 morti da Coronavirus si aggiungono al bilancio delle vittime, portando il totale dei decessi registrati negli ospedali a 21.092. Lo ha riferito il ministro della Salute Matt Hancock nel consueto briefing alla stampa a Downing Street. Hancock ha annunciato che le famiglie degli 82 medici e infermieri del Servizio sanitario nazionale e dei 16 sanitari delle case per anziani deceduti a causa del coronavirus riceveranno dal governo un indennizzo di 60mila sterline.

 

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