Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è giunto nella sede della Comunità di S. Egidio per una visita privata. Giunto con un po' di ritardo rispetto al previsto, è stato accolto dal presidente Marco Impagliazzo. Il premier ha incontrato una decina di profughi siriani giunti dal Libano. Sono una rappresentanza dei rifugiati arrivati in Europa grazie ai corridoi umanitari, finora circa 1800, a seguito degli accordi stipulati con il governo e con altri Paesi come Francia, Belgio e Andorra. Un'iniziativa autofinanziata da S. Egidio e dalle comunità protestanti, mentre grazie all'accordo con la Cei sono giunti altri profughi da Eritrea ed Etiopia. Si tratta soprattutto di persone vulnerabili: anziani, famiglie, malati, donne sole che ottengono un visto per l'Italia e in pochi mesi (3 o 4) lo status di rifugiati. La Comunità si preoccupa soprattutto dell'integrazione, aiutandoli a imparare la lingua e a trovare un lavoro. L'incontro con Conte è avvenuto nel giardino della sede mentre nella Sala della pace, dove fu firmato lo storico accordo che mise fine alla guerra in Mozambico, il premier ha salutato una decina di anziani che grazie a S. Egidio stanno vivendo l'esperienza del cohousing, una coabitazione che permette loro di non restare soli. Infine, Conte ha incontrato una ventina di ragazzi disabili che lavorano nella Trattoria degli amici. Poi il presidente del Consiglio ha avuto un colloquio privato con il fondatore Andrea Riccardi e il presidente Impagliazzo. Al centro dell'incontro i temi dei corridoi umanitari, la pace nel Mediterraneo, le prospettive per la Libia e l'Europa.
Al termine della visita alla Comunità di S. Egidio il premier Conte si è presentato ai giornalisti per una breve dichiarazione, senza poi rispondere ad alcuna domanda. Impagliazzo ha ringraziato il presidente del Consiglio ricordando che con Riccardi si sono toccati temi che riguardano la “pacificazione della società italiana” ma anche le “condizioni dell’Africa” in un “clima di grande attenzione” e “appoggio alla Comunità da parte del presidente”. A sua volta Conte ha ringraziato “per l’invito che ho accolto volentieri. Mi ha fatto piacere venire qui per rendere omaggio alle attività svolte in 50 anni, meritevoli e meritorie, sia per i rifugiati” che per l’attenzine rivolta “agli anziani e l’assitenza alle persone con disabilità”. A questo proposito il premier ha annunciato “un codice per le disabilità” su cui intende spendersi personalmente:
“Sarebbe molto bello – ha detto – offire la possibilità di disporre di un codice tutto loro, una sorta di carta dei diritti dove poter trovare concentrate tutte le norme a sostegno della disabilità”. Dopo aver espresso il suo apprezzamento per le iniziative a favore degli anziani, definite “pionieristiche”, Conte ha toccato quello che era sembrato fin dall’inizio il tema più scottante, quello dei rifugiati “su cui la Comunità si è sempre dimostrata molto attenta”. Su un punto in particolare la sintonia è stata completa, quello dei corridoi umanitari “che consentono di far arrivare in Italia, e questo è in linea con la proposta italiana, dei migranti che hanno diritto all’asilo, rifugiati che hanno diritto a protezione umanitaria, secondo numeri ben specifici”. Questa, ha sottolineato Conte, è “immigrazione regolare, non illegale che consente, con tali numeri contingentati, di costruire percorsi di integrazione e assicurare quella coesione sociale di cui abbiamo bisogno”. Dichiarazioni in linea con la politica del governo che non intende più accogliere sbarchi indiscriminati ma, almeno ufficialmente, nessun impegno su nuovi corridoi.