“La risposta dell’Ue, come ha detto Jurgen Habermas, sembra caratterizzata da un ‘frenetico immobilismo’. Dopo i vertici di Berlino, Bruxelles e Ventotene dove avevamo immaginato per Bratislava un significativo programma di riforme, ambizioso per il futuro, abbiamo dovuto realizzare che il frenetico immobilismo portasse poco più che a niente. Un documento banale, somma di tanti riassunti, elenco di buone promesse assolutamente non all’altezza della grande sfida Ue”. Matteo Renzi, intervenuto alla Camera nelle comunicazioni in vista del Consiglio Ue, è tornato a criticare la politica europea, minata da “discussioni di basso cabotaggio” e rivendicato il ruolo dell’Italia che oggi ha un “atteggiamento di stimolo, un’ingombrante presenza nella discussione” dell’Unione europea.
Renzi ha spiegato che “Il prossimo vertice europeo arriva in un momento in cui l’Europa ha subito un duro shock con la Brexit” e “con un quadro di incertezze sul futuro” ed ha sottolineato che l’appuntamento a Roma fissato per marzo 2017, quando “i 27 paesi si riuniranno nella città eterna e proveranno a immaginare il futuro”, è “uno spartiacque, importantissimo, cruciale, decisivo”.
“Il vertice di Roma 2017 – ha proseguito – vuole raccontare alle nuove generazioni cosa può essere l’Europa. La mia proposta è che i gruppi parlamentari aiutino lavorando insieme sulla base di proposte concrete ma anche di un ideale condiviso. Sarebbe bello se anche il Parlamento italiano accompagnasse il percorso del 2017″.
Il capo del governo ha negato quindi che le proprie critiche all’Ue siano fuori luogo: “Il tempo della proposta non può essere sganciato dalla constatazione che quando le cose vanno male bisogna dirlo. Autorevoli commentatori hanno detto che l’atteggiamento italiano dopo Bratislava era sbagliato e fuori luogo. Non è passata una settimana che Juncker si è recato in una sede istituzionale ufficiale per usare quelle stesse parole e dare lo stesso giudizio che avevamo dato noi”.
Sui tema dei migranti, ha evidenziato che “la Ue si accinge a discutere il prossimo bilancio, nei prossimi mesi si tornerà a discutere la divisione del bilancio Ue. E’ fondamentale che l’Italia sia promotrice di una posizione durissima nei confronti dei paesi Ue che hanno ricevuto molti denari dalla comune appartenenza e in questa fase si stanno smarcando dai propri impegni sulla ricollocazione degli immigrati”. Ed ha rimarcato come “il fatto che il mancato riferimento all’Africa sia stato da noi brutalmente stigmatizzato ha portato a una rinnovata vitalità e attenzione sul tema. Altri leader europei in visita in Africa e il tema finalmente è all’ordine del giorno della discussione in modo meno superficiale del passato”.
Secondo Renzi, inoltre, “dire con chiarezza che ai compiti che derivano dall’appartenenza all’Ue corrispondono uguali obblighi, è cruciale in questa fase. Gli aspetti positivi devono essere equilibrati da aspetti negativi. Il bilancio dell’Ue dovrà fare chiaramente riferimento a chi dice sì e dice no alla ricollocazione”.