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2014 nero per il commercio, crollate le vendite al dettaglio

Per le vendite al dettaglio il 2014 è stato un anno nero, lo ha comunicato l’Istat rendendo pubblico uno studio. A dicembre l’indice destagionalizzato (cioè il valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) è scesa dello 0,2% rispetto a novembre, sia per gli alimenti che per gli altri beni. Nell’intero 2014 le vendite, tra l’altro, hanno registrato variazione tendenziale negativa dell’1,2%, sintesi di flessioni dell’1,1% per i prodotti alimentari e dell’1,2% per i prodotti non alimentari. Rispetto a dicembre 2013, l’indice grezzo del valore del totale delle vendite registra un aumento dello 0,1%. L’indice del valore delle vendite di prodotti alimentari aumenta dello 0,8%, quello dei prodotti non alimentari invece segna un calo dello 0,3%. Con riferimento alla forma distributiva, nel confronto con il mese di dicembre 2013, le vendite segnano un aumento per le imprese della grande distribuzione (+0,6%) e una flessione per quelle operanti su piccole superfici (0,4%).

Ma nonostante la crisi la fiducia di imprese e consumatori è in crescita. A febbraio, infatti, l’indice aumenta in misura significativa, passando a 110,9 ( a gennaio era fermo a 104,4) per quanto riguarda i consumi e a 94,9 da 91,6 per ciò che concerne le aziende. Decisiva la componente economica, che passa a 130,9 da 111,1, rispetto a quella personale, che sale solo lievemente, passando a 103,7 da 102,2. Gli italiani, in genere, hanno più fiducia nel futuro che nel presente. I giudizi dei consumatori migliorano sia con riferimento all’attuale situazione economica del Paese (a -73 da -101, il saldo), sia per quanto riguarda le attese (a 23 da -3, il saldo). Il saldo dei giudizi sulla dinamica dei prezzi al consumo negli ultimi 12 mesi mostra una diminuzione a -27 da -22 e quello delle attese per i prossimi 12 mesi conferma questa tendenza (a -33 da -31, il saldo). L’Istat segnala poi un deciso miglioramento per le aspettative sulla disoccupazione (a 10 da 40, il saldo).

Riguardo le imprese, migliora il clima di fiducia di quelle dei servizi di mercato (a 100,4 da 94,9), del commercio al dettaglio (a 105,3 da 99,4) e della manifattura (a 99,1 da 97,6), mentre scende lievemente quello delle imprese di costruzione (a 76,6 da 77,4). Nelle imprese manifatturiere migliorano sia i giudizi sugli ordini (a -20 da -23) sia le attese di produzione (a 5 da 3); il saldo dei giudizi sulle scorte di magazzino passa a 2 da 1. Nelle costruzioni peggiorano le attese sull’occupazione (a -18 da -17, il saldo), mentre i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione rimangono stabili (a -53). Nelle imprese dei servizi migliorano le attese sugli ordini e sull’andamento dell’economia in generale (a -1 da -3 e a -2 da -17, i rispettivi saldi) mentre resta fermo a -9 il saldo dei giudizi sul livello degli ordini. Nel commercio al dettaglio in crescita infine sia i giudizi sulle vendite correnti (a -5 da -16) sia le attese sulle vendite future (a 13 da 8).

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