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La piccola Chiesa domestica

Un bambino ci può porre una domanda intelligente e fondamentale: “Dov'è Dio?”. La risposta potrebbe essere: “Nel volto della mamma e del papà, della maestra, del sacerdote, del povero, delle persone che incontri…” Ma se questo 'volto' alle volte diventa sfigurato, cattivo, distruttivo, allora dov'è Dio? Quanta responsabilità c'è nell'essere educatori di vita e di fede. I poveri ci dicono che la casa è “dove stiamo bene“. L'uomo di oggi ha un bisogno urgente di ritrovare le sue radici. La famiglia è la cellula della società, la piccola Chiesa, dove germogliano le varie vocazioni dei cristiani, dalla vita sacerdotale a quella del matrimonio.

E' il luogo dell'Amore di Dio, dell'accoglienza e della crescita umana e spirituale. I genitori sono i primi responsabili dell'educazione dei figli alla vita, al rispetto, al senso civico e alla fede. Non devono demandare o “scaricare” sulla scuola e sulla parrocchia oppure ad altri organismi educativi il “seme” della crescita alla costruzione della persona adulta. Per fare un figlio ci vogliono pochi minuti, ma per essere genitori serve tutta la vita. Nessuno ha letto un “manuale” su come essere “perfetti” papà o mamme; tante cose s'imparano facendole con sbagli e successi.

Lo psicologo Crepet in un'intervista dice: “Se tuo padre e tua madre non ti hanno mai detto un no da quando sei nato, il primo no che ti dice un esterno non lo accetti. L'educazione è una fatica che nessuno è più disposto a fare: coinvolge i genitori, i nonni, gli educatori, anche quelli fuori scuola a incominciare dall'ambito sportivo. Tutto questo ha una ricaduta drammatica: è una generazione che non conosce più i sogni perché non sono state insegnate le passioni. A forza di dire di sì tutto diventa grigio, si perdono i colori. Tutto è anticipato rispetto a ieri, oggi a 13 anni fai la vita che una volta si faceva a 18. La società anticipa i suoi riti: prima maturi, prima diventi consumista. Oggi un ragazzino di 13 anni al telefonino si compra quello che vuole e questo crea una sproporzione, è una maturazione fittizia: non sei maturo perché sei su Facebook, ma se hai una tua autonomia. Oggi giustifichiamo tutto, non conosciamo i nostri figli, siamo abituati a non negare loro mai niente, a 13 anni le figlie fanno l'amore e non ci sono molte mamme che svengono alla notizia. Si consuma tutto troppo in fretta, anche la vita…Il problema è prima dei genitori che hanno sempre una responsabilità in più rispetto ai figli. Finché campi conservi una responsabilità nei confronti dei figli, anche quando sono adulti negli atti che faranno si rifletterà l'educazione che hai dato. Ma le cose sono cambiate improvvisamente, il mercato del lavoro è diverso e anche la proposta educativa si è allungata all'infinito. Una volta il diploma era più che sufficiente per lavorare, adesso non basta più una laurea. Hai un terzo della vita che è formazione e questo cambia la prospettiva, i bisogni, la necessità e anche i consumi. E perché tutto sia possibile, esige una famiglia che non è più educativa, ma economica. Il valore di una famiglia è passato da educativo a commerciale. I genitori da educatori sono diventati un bancomat”.

Don Oreste Benzi, servo di Dio, con la sua grande esperienza che aveva di famiglie e di case-famiglie, scrive: “Non c'è nessuno che può essere un buon padre se non è un buon marito, e non c'è nessuna che può essere una buona madre se non è una buona moglie”.

Alcune indicazioni pastorali che Papa Francesco ci dà:

  • Pregare e restare insieme: La famiglia è chiamata a condividere la preghiera quotidiana, la lettura della Parola di Dio e la comunione eucaristica per far crescere l’amore e convertirsi sempre più in tempio dove abita lo Spirito.
  • Permesso grazie scusa: l’amore di amicizia unifica tutti gli aspetti della vita matrimoniale e aiuta i membri della famiglia ad andare avanti in tutte le sue fasi. Perciò i gesti che esprimono tale amore devono essere costantemente coltivati, senza avarizia, ricchi di parole generose. Nella famiglia “è necessario usare tre parole. Vorrei ripeterlo. Tre parole: permesso, grazie, scusa. Tre parole chiave!”. “Quando in una famiglia non si è invadenti e si chiede 'permesso', quando in una famiglia non si è egoisti e si impara a dire 'grazie', e quando in una famiglia uno si accorge che ha fatto una cosa brutta e sa chiedere 'scusa', in quella famiglia c’è pace e c’è gioia”. Non siamo avari nell’utilizzare queste parole, siamo generosi nel ripeterle giorno dopo giorno, perché “alcuni silenzi pesano, a volte anche in famiglia, tra marito e moglie, tra padri e figli, tra fratelli”. Invece le parole adatte, dette al momento giusto, proteggono e alimentano l’amore giorno dopo giorno. (n.133 esortazione Amoris Laetitia)
  • Fare pace: Ai novelli sposi, io dico sempre: litigate pure, arrivate anche a tirarvi i piatti addosso. Ma mai finire la giornata senza fare la pace. (papa Francesco)
  • Perdonare: Perdonare vuol dire donare qualcosa di sé. Gesù ci perdona sempre. Con la forza del suo perdono, anche noi possiamo perdonare gli altri, se davvero lo vogliamo. Non è quello per cui preghiamo, quando diciamo il Padre nostro? I figli imparano a perdonare quando vedono che i genitori si perdonano tra loro. Se capiamo questo, possiamo apprezzare la grandezza dell’insegnamento di Gesù circa la fedeltà nel matrimonio. Lungi dall’essere un freddo obbligo legale, si tratta soprattutto di una potente promessa della fedeltà di Dio stesso alla sua parola e alla sua grazia senza limiti. Cristo è morto per noi perché noi a nostra volta possiamo perdonarci e riconciliarci gli uni gli altri. In questo modo, come persone e come famiglie, impariamo a comprendere la verità di quelle parole di San Paolo: mentre tutto passa, “la carità non avrà mai fine” (1 Cor 13,8).(papa Francesco, Dublino, incontro mondiale con le famiglie, 25 agosto 2018).

Chiusiamo con una preghiera alla famiglia di Papa Francesco: “Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore del vero amore, a voi, fiduciosi, ci affidiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole di Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazareth, mai più ci siano nelle famiglie episodi di violenza, di chiusura e di divisione; che chiunque sia stato ferito o scandalizzato venga prontamente confortato e guarito. Santa Famiglia di Nazareth, fa' che tutti ci rendiamo consapevoli del carattere sacro e inviolabile della famiglia, della sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltateci e accogliete la nostra supplica“.

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