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Santa Caterina d’Alessandria e la ruota

Tra un mese esatto sarà Natale e un antico detto romano ci fa sapere che la giornata del prossimo 25 dicembre, sarà sotto l’aspetto meteorologico, come quella di oggi tradizionalmente dedicata alla memoria di S. Caterina d’Alessandria d’Egitto (280-305) che si festeggia appunto il 25 novembre. In altre parole se ci sarà il sole, anche a Natale avremo il sole; se al contrario, pioverà e la temperatura subirà un ulteriore abbassamento, altrettanto si verificherà fra trenta giorni. L’origine di questo detto si perde, come si dice, nella notte dei tempi: certo è che esso è quasi sempre rispettato.

Antica è anche la tradizione che ha dato il nome di Caterina ad una bella fanciulla egiziana, vissuta all’inizio del IV secolo. Gli atti del suo martirio raccontano che ella era dotata di un’eccezionale intelligenza e che riuscì a confondere con i suoi ragionamenti numerosi filosofi pagani con i quali l’imperatore l’aveva costretta a discutere.

La più antica fonte storica che ci parla di Caterina, è una Pasione in greco del VI o VII secolo e la “Legenda Aurea” composta in latino dal frate domenicano poi divenuto vescovo Jacopo da Varazze o da Varagine (1230-1298) che risale al XIII secolo, nel quale si racconta che la giovane era figlia del re Crosta.

Si racconta che durante una festa voluta dall’imperatore, c’è chi sostiene che fosse Massenzio chi invece Massimino Daia, nella città di Alessandria, Caterina si presentò al palazzo per protestare contro i riti pagani che sacrificavano animali agli dei, e costringevano i cristiani a rinnegare Dio, ella ebbe il coraggio di chiedere all’imperatore di riconoscere Gesù Cristo. Invitata dall’imperatore a rinunciare alla sua fede cristiana, Caterina si presentò al cospetto di cinquanta filosofi pagani, sconfiggendoli tutti in una disputa. L’imperatore ammirato dalla sapienza della fanciulla e dalla sua bellezza la chiese in sposa, ma la stessa giovane rifiutò di sposare l’imperatore. Venne fatta arrestare e durante la prigionia Caterina ricevette però la visita inattesa dell’imperatrice accompagnata da Porfirio, capitano della guardia imperiale. Caterina li convertì entrambi al cristianesimo, insieme a duecento soldati.

Nonostante il digiuno, poiché nutrita da un angelo e da una colomba, la ragazza si mantenne fresca come una rosa. L’imperatore allora, con sadica insistenza, nel 305, decise di sottoporla alla tortura della duplice ruota dentata, ma la ruota non la sfiorò nemmeno, poiché un angelo del Signore la spezzò con una spada. L’imperatore ordinò così che Caterina fosse decapitata. Uscita prodigiosamente illesa dall’orribile tortura, venne decapitata e una gentile leggenda, come forse è tutta la sua storia, narra che dal collo spezzato anziché sangue sgorgò freschissimo latte.

C’è chi sostiene che gli angeli trasportarono il corpo di Caterina nel monastero del Monte Sinai e presto dalla sua tomba cominciarono a stillare latte e olio che guarivano da molti mali. Secondo la tradizione, verso la metà dell’XI secolo le reliquie furono miracolosamente trasferite a Rouen dal santo monaco Simeone e deposte nell’abbazia benedettina della Santissima Trinità, che poco più tardi prese il nome della santa.

Secondo un’altra leggenda che risale al Medioevo si parla di un matrimonio mistico con Gesù Bambino che, apparso in grembo alla Vergine, le infilava l’anello nuziale, come mostra ad esempio il celebre quadro che il Correggio (1489-1534) dipinse e che raffigura questo episodio, il quadro stesso è conservato al Museo del Louvre a Parigi. Santa Caterina d’Alessandria è anche considerata la patrona dei filosofi.

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