Non solo accoglienza ma condivisione, il primo passo per un incontro personale che porti a quella integrazione che può arricchire chi fugge e chi ospita. I movimenti migratori degli ultimi anni sono i più consistenti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e non riguardano solo il Mediterraneo (dove tra l'altro gli sbarchi, stando ai dati di luglio e agosto, sono in consistente diminuzione) ma il mondo intero, dal Myanmar all'America Latina. Per questo Caritas Internationalis, presieduta dal cardinale Luis Antonio Tagle, ha ideato la campagna “Share the Journey“, “Condividi il viaggio”, che sarà lanciata domani da Papa Francesco durante l'udienza generale. L'iniziativa coinvolge tutte le Caritas del mondo e vuole promuovere l'accoglienza dei migranti e dei rifugiati attraverso la condivisione delle loro esperienze. “Per la Chiesa e specialmente per Caritas internationalis è un momento per ricordare non solo ai cristiani, ma a tutto il mondo, il mandato del Signore che ha sempre a cuore la gente più vulnerabile – ha spiegato il cardinale in una intervista alla Radio Vaticana – Gesù Cristo nel capitolo 25 del Vangelo di San Matteo dice: 'Sono presente'. Il Signore è presente negli stranieri! Questo è l'obiettivo più profondo: obbedire al mandato del Signore. Questo obiettivo fondamentale si esprime nelle parole di Papa Francesco quando parla di accogliere, di proteggere, di promuovere lo sviluppo integrale umanitario di ogni migrante e di integrare i migranti in una nuova comunità. Questo è un approccio da seguire: umanizzare questo fenomeno della migrazione. I migranti non sono statistiche, non sono numeri, ma persone”. Per il card. Tagle, “la migrazione non è un nuovo fenomeno nel mondo. Guardando il mondo attraverso una prospettiva vera, la storia dell'umanità è una storia di migrazione! Però adesso ci sono fattori e fenomeni che hanno reso la migrazione 'disturbante': le nuove forme di schiavitù, l'uso dei social media per il cybersesso, la vendita dei bambini… Noi vogliamo ricordare al mondo che c'è un'umanità che non è una questione astratta, ma una questione che riguarda la dignità della persona. E Papa Francesco, fedele alla Dottrina Sociale della Chiesa, mette al centro la dignità della persona. Lo stesso vale per la Caritas Internationalis: la dignità di ogni persona”.
Il muro della mentalità
E a proposito dei tanti muri che si sono visti costruire in questi anni tra le nazioni, il porporato filippino osserva che “prima di costruire i muri fisici, c'è un muro che è giù stato costruito: quello della mentalità. Questa campagna della Caritas è un appello alla conversione, al cambiamento di mentalità tramite gli incontri personali, perché quando incontriamo un migrante come persona, faccia a faccia, una di fronte all'altra, i miei occhi si aprono; non vedo solo una statistica o un numero, ma una persona vera che è un fratello, una sorella, un mio prossimo. Vedo forse la faccia dei miei genitori, di mio fratello, di mia zia, di mio zio… É in questo modo che comincia il cambiamento di mentalità: crolla il muro e si costruisce il ponte!”.
I rifugiati della Caritas di Roma
L'iniziativa, come detto, coinvolge le Caritas di tutto il mondo. Quella di Roma sarà presente in piazza San Pietro con oltre 70 i rifugiati e richiedenti asilo ospitati nelle parrocchie nell'ambito del progetto “Ero straniero“. Nella lettera di presentazione del progetto, infatti, il cardinale Tagle invita “parrocchie, organizzazioni diocesane e nazionali ad unirsi a Papa Francesco in questo stesso giorno nel lancio della campagna globale nei vostri Paesi” con l'obiettivo “di dissipare la paura e di capire perché così tante persone stanno lasciando le loro case in questo momento storico. Vogliamo anche stimolare le comunità a costruire relazioni con rifugiati e migranti”. Lo scorso 25 giugno lo stesso Papa Francesco aveva salutato, prima dell'apertura del Convegno diocesano a S. Giovanni in Laterano, un gruppo di rifugiati ospitati nell'ambito del progetto “Ero forestiero” al quale prendono parte 38 tra parrocchie e istituti religiosi. Sono già oltre 120 le persone accolte. Le case messe a disposizione si trovano in 12 Municipi di Roma ed hanno una dimensione familiare, potendo ospitare in media da 1 a 5 persone.