Il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’Ue hanno annunciato oggi di aver adottato un meccanismo inedito volto a rendere più ecologiche le importazioni industriali dell’Europa facendo pagare le emissioni di carbonio legate alla loro produzione.
Ue: raggiunto accordo per l’adozione della “carbon border tax”
Il Carbon border adjustment mechanism (CBAM) sottoporrà le importazioni in diversi settori (acciaio, alluminio, cemento, fertilizzanti, elettricità, ma anche idrogeno) agli standard ambientali dell’Ue, viene spiegato in due comunicati di Consiglio e Parlamento europei.
In particolare, secondo l’intesa preliminare raggiunta al fine di evitare distorsioni della concorrenza e scoraggiare le delocalizzazioni, alle importazioni dei principali prodotti industriali si applicherà lo stesso prezzo pagato dalle grandi imprese europee per le emissioni di CO2.
Ma inizialmente, cioè dall’ottobre 2023 e per un periodo transitorio ancora da definire, gli obblighi dell’importatore saranno limitati alla comunicazione delle importazioni. Solo successivamente scatterà, quando necessario, l’obbligo di pagamento.
La durata del periodo di transizione e la data della completa entrata a regime del sistema sono collegate alla graduale eliminazione dei permessi di emissione gratuiti nell’ambito del sistema europeo Ets. Proprio questo sarà uno dei punti più delicati della nuova maratona negoziale prevista per il 16 e 17 dicembre, date per le quali è previsto un altro negoziato tra Consiglio, Parlamento e Commissione Ue per trovare un accordo anche sulla riforma generale del sistema, sul nuovo Ets 2 per trasporti e riscaldamento e sul Fondo sociale per il clima.
Fonte: Ansa