Un’azione militare degli Stati Uniti ha messo nel mirino i militanti di Al-Shabaab, in Somalia, attaccati in un’operazione coordinata con i partner regionali in risposta diretta alle azioni dei miliziani. Così la portavoce del Pentagono, Dana W. White, ha descritto il raid operato dalle forze armate statunitensi a circa 185 miglia in direzione sudovest dalla capitale Mogadiscio. Secondo quanto affermato da White, l’offensiva Usa è stata operata a seguito dei recenti attacchi messi in atto da Al-Shabaab nei confronti delle forze somale. E, al tal proposito, è stato precisato che quanto avvenuto è stato portato a termine in virtù dei poteri approvati, lo scorso marzo, dal presidente statunitense i quali, come spiegato, consentono alle Forze armate d’oltreoceano di intervenire contro il gruppo terroristico in una zona geografica definita in stato di “ostilità attiva”.
Il raid del Puntland
L’operazione, messa in atto in sostegno delle forze somale, ha fatto seguito al raid compiuto dai militanti di Al-Shabaab lo scorso 8 giugno e indirizzato verso la regione semiautonoma di Puntland, nella zona nord-est del Paese. Almeno 38 i morti, secondo quanto riportato dall’esercito somalo, il quale ha smentito la cifra di 61 inizialmente annunciata dai fondamentalisti islamici. L’attacco dei miliziani ha richiesto tre ore di scontro armato, concluso con la ritirata degli assalitori ma con un alto tributo di vite umane, molte delle quali di soldati governativi. Dopo la battaglia, i militari hanno ripreso possesso della vicina città di Af Urur, invasa dai miliziani e più volte al centro di offensive da parte di Al-Shabaab.
Farmajo: “Attacco autorizzato”
Fonti locali hanno definito il raid Usa come un modo per ristabilire ordine nella regione e ridurre la minaccia del gruppo fondamentalista. Il presidente somalo, Abdullahi Farmajo, ha fatto sapere di “avere autorizzato nelle prime ore di oggi il raid contro un campo di addestramento degli Al-Shabaab vicino Sakov, con le nostre forze speciali e con il sostegno dei nostri partner internazionali nella regione di Middle Juba”. Stando a quanto riferito dal presidio militare statunitense di stanza nell’area del Corno d’Africa, almeno 8 miliziani sono stati uccisi nel corso dell’attacco.