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Stop al bullismo: Protocollo Meter e Net.com

Una rete territoriale di professionisti formati e un vademecum per contrastare gli episodi di discriminazione. L'obiettivo è raggiungere una reale integrazione culturale e sociale. Don Di Noto: "Serve un uso consapevole del web"

Sos bullismo. “L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo”, testimonia la senatrice a vita Liliana Segre. “Nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso”, dice Eleanor Roosevelt. Il concetto di bullismo è collegabile con almeno altri due concetti: quello di violenza e quello di emarginazione. Un terzo concetto, quello dell’indifferenza, racconta poi ancora meglio in cosa risieda la forza di un bullo. In tutta Italia sono numerose le iniziative contro un fenomeno sempre più allarmante. In Terris dà voce stavolta a due di esse: una di Meter, l’altra del Moige. Ieri presso la sede nazionale di Meter è stato sottoscritto un protocollo d’intesa per contrastare bullismo e cyberbullismo. Il Centro di Meter fornirà gratuitamente attività di aiuto e sostegno a chi ne farà richiesta. Attraverso il QR Code i ragazzi e le famiglie possono richiedere gratuitamente sostegno, aiuto e protezione. Ogni parrocchia può richiedere un incontro per sensibilizzare e il materiale, fornito gratuitamente, da distribuire ai i ragazzi e alle ragazze presenti nelle comunità, negli oratori e nelle associazioni. Don Fortunato Di Noto, direttore dell’Ufficio Fragilità–Servizio Tutela minori della diocesi di Noto afferma: “Gli atti di bullismo e cyber-bullismo si sono riscontrati anche negli ambienti ecclesiali. Una prima campagna informativa era stata promossa per l’uso consapevole del web contro ogni forma di cyber-bullismo. Oggi questo protocollo rafforza l’impegno della tutela dei minori nelle nostre comunità parrocchiali e oratoriali. Auspico che i parroci, gli educatori e i catechisti utilizzino questo servizio a beneficio dei nostri ragazzi“.

Don Fortunato Di Noto
Foto Elena Padovan

Mai più indifferenza

Creare una rete di professionisti formati e un vademecum di best practices per promuovere la cultura dell’integrazione con gruppi di coordinamento locali che opereranno in collaborazione con i servizi sociosanitari, le forze dell’ordine e i mediatori culturali, per garantire un supporto tempestivo e adeguato ai minori di diversa nazionalità. Si tratta di “Net.Com” l’iniziativa promossa MoigeMovimento Italiano Genitori, sostenuta dal ministero degli Interni e co-finanziata dall’Unione Europea, per contrastare il bullismo e il cyberbullismo etnico, un fenomeno che “sta assumendo – dice l’associazione – dimensioni sempre più preoccupanti, nella società e nelle scuole italiane e che colpisce in particolare i bambini e i ragazzi provenienti da famiglie migranti”.  Secondo lo studio del Moige, condotto in collaborazione con l’Istituto Piepoli nel 2023, emergono dati allarmanti: l’8% dei ragazzi usa foto o video per prendere in giro qualcuno, un dato in costante aumento. Il 45% ha dichiarato di essere stato vittima di prepotenze, con il 34% di casi legati a violenza verbale.

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Stop al bullismo

“NET.COM” si propone di affrontare in modo diretto e mirato il bullismo etnico, Con oltre 877.000 studenti stranieri nelle scuole italiane, come riportato dal Miur, l’intervento risulta urgente e necessario per garantire a tutti i giovani, indipendentemente dal loro background culturale, una scuola libera da pregiudizi e discriminazioni. “Il nostro progetto nasce da un’esigenza sociale imprescindibile – afferma Antonio Affinita, direttore generale del Moige – La società italiana sta diventando sempre più multietnica e multiculturale. Occorre valorizzare le differenze, comprendere le diverse necessità e gli ostacoli nel percorso di integrazione, soprattutto per i minori stranieri. Net.com significa ascolto, osservazione e, soprattutto, azioni concrete a supporto dei minori”. Intanto il Centro Aris Garden Senior Living ha ospitato ieri una tappa del tour per colmare il gap generazionale, solo il 4,4% degli adulti tra i 65 e i 74 anni ha competenze digitali ed informatiche di base. I nonni sono invitati ad imparare ad utilizzare gli strumenti e i device più moderni e a navigare sul web, grazie alle lezioni impartite dai loro nipoti. Sono 80 le tappe del tour realizzate nei centri anziani e nelle scuole sul territorio nazionale in collaborazione con la Fondazione Longevitas ETS, un momento unico che si pone un duplice obiettivo, quello di avvicinare due generazioni agli antipodi con due modi diversi di comunicare, e di colmare un gap che nel nostro paese ha investito la fascia più adulta mai educata al digitale. Il progetto nasce come risposta ad alcuni sconcertanti dati.

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Foto di Tim Kilby su Unsplash

Ponte tra le generazioni

Solo il 4,4% degli adulti tra i 65 e i 74 anni di età risulta avere competenze digitali ed informatiche di base. Un numero paradossale se pensiamo che molti “over” a più di 65 anni ancora lavorano e utilizzano quotidianamente almeno un PC.  Circa 4.000, i “nonni” coinvolti nel progetto, i “nipoti” sono, invece, 1.600: tutti ragazzi provenienti da scuole secondarie di primo e secondo grado del territorio nazionale, i quali diventeranno veri e propri docenti, pronti ad insegnare ai nonni/alunni tutti i trucchi del mondo digital.  I pro di questo progetto sono molteplici, dalle interazioni tra due generazioni purtroppo sempre più distanti, fino alla sensibilizzazione in tema di cyber sicurezza. Quest’ultima, infatti, sarà una delle principali tematiche dei webinar che parallelamente accompagneranno l’iniziativa, coinvolgendo docenti, genitori e ragazzi, per un totale stimato di circa 20.000 famiglie beneficiarie. Il progetto prevede un ciclo di incontri per ogni istituto selezionato, durante i quali verrà utilizzato il metodo learning by doing, con tante attività pratiche su diversi dispositivi (PC, tablet e smartphone), in modo tale da rendere autonomi i nonni di fronte a qualsiasi device. La formazione tratta vari argomenti. Tra cui l’accesso e l’utilizzo di internet, il servizio di posta elettronica, la conoscenza e l’uso delle APP e l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione tramite SPID. “Nonno Clicca Qui” è un progetto realizzato dal MOIGE, Movimento Italiano Genitori, in collaborazione con Polizia di Stato, Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani e con il contributo del Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo.

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

 No alla violenza

Il Moige ha partecipato attivamente anche alla Giornata contro la violenza sulle donne. “In questa particolare e delicata giornata, vogliamo portare alla luce un tema di fondamentale importanza e urgente necessità di cambiamento. Ossia la dignità della donna e la violenza che questa subisce in molteplici forme nella nostra società. La violenza contro le donne non si manifesta solo con atti fisici, ma si insinua attraverso parole, immagini e comportamenti che minano la dignità personale e i valori di un’intera società”, evidenzia il Moige. “Uno degli aspetti più subdoli e spesso trascurati di questa violenza – spiega il Movimento italiano genitori – è rappresentato dalle parole. Molti rapper continuano a perpetuare stereotipi dannosi e denigratori nei confronti delle donne con testi musicali che riducono la figura femminile ad un mero oggetto sessuale o che celebrano atteggiamenti violenti nei loro confronti, contribuiscono a normalizzare la misoginia. Un altro grave fattore che alimenta la violenza contro le donne è l’accesso sempre più diffuso alla pornografia. La rappresentazione distorta della sessualità femminile, che riduce la donna a semplice strumento di piacere, contribuisce a creare aspettative irrealistiche e dannose nei confronti delle donne stesse. Un tema che non possiamo ignorare è la crescente schiavitù moderna e il traffico di esseri umani, che spesso coinvolgono donne costrette alla prostituzione”. Infine, “le donne possono essere discriminate anche quando scelgono di diventare madri. In molti contesti lavorativi, le donne sono spesso costrette a scegliere tra carriera e famiglia. Subendo pregiudizi e pressioni sociali che le penalizzano nel loro desiderio di maternità. Riteniamo – conclude il Moige – sia un dovere collettivo difendere la dignità delle donne in tutte le sue forme. La lotta contro le parole che degradano, l’accesso alla pornografia che distorce la realtà, lo sfruttamento nella prostituzione e la discriminazione nel desiderio di maternità, una lotta che ci riguarda tutti“.

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